Rischi per il pianeta a causa di tempeste solari

Satelliti, comunicazioni e voli aerei in pericolo. Le tempeste solari che alla fine di maggio si potrebbero abbattere sulla Terra minacciano di causare molti disagi. Black out elettrici, anomalie, interferenze sono sempre in agguato in questi frangenti. Come quando nel Nord del Canada una tempesta solare mandò in tilt l’intero sistema elettrico di diverse città.

Gli scienziati hanno recentemente scoperto che nell’emisfero Sud del Sole «si sta risvegliando una certa attività – spiega Mauro Messerotti, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), dalla XVII International Space Conference in corso a Roma al parco dei Principi -. Fino ad ora sotto esame c’era solo la parte Nord. In ogni caso l’attuale fase dovrebbe chiudersi nel 2019».

Oggi la tecnologia «ci fornisce l’opportunità di comprendere meglio il comportamento della nostra stella e quindi di prendere quelle precauzioni che ci possono evitare alcuni guai» spiega Messerotti. Molti sono gli inconvenienti che le tempeste magnetiche, create da sciami di particelle scagliati dal Sole verso la Terra, possono causare. Alcuni aerei di linea potrebbero dover cambiare la rotta compiendo lunghi tragitti per non passare sui Poli ed evitare così di far assorbire radiazioni all’equipaggio che fa frequentemente quel percorso. Essere investiti da queste radiazioni significa sottoporsi a una dose equivalente a quella che si potrebbe assorbire con tra i 10 e i 50 esami radiologici con le apparecchiature disponibili negli anni sessanta.

Le tempeste magnetiche sono un problema serio anche per i satelliti in orbita, che rischiano una sorta di corto circuito capace di metterli fuori uso. Se venissero colpiti quelli per le telecomunicazioni o quelli Gps per il posizionamento, le conseguenze sulla Terra sarebbero notevoli. I satelliti colpiti dalle radiazioni potrebbero inviare dati distorti e diventare così inutili.

Messerotti ritiene che il Sole vada ‘sorvegliato’, ricostruendone la storia. Fino a oggi, sono state raccolte informazioni su circa 40 cicli, della nostra stella, ognuno dei quali ha la durata di 11 anni. Accanto ai  satelliti per l’osservazione del Sole già attivi, nel 2017 l’Agenzia Spaziale Europea (Esa) prevede di lanciare il Solar Orbiter, che fornirà ulteriori dati.

Gabriele Principato