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Un riconoscimento «emotivamente impegnativo, tra i più alti della mia carriera». Sul palco, il maestro Ennio Morricone interrompe spesso la sua lectio magistralis. «Nella musica amo le pause. Oggi potrebbero essercene tante». Si commuove e scosta gli occhiali più volte per asciugare le lacrime. In occasione dell’inaugurazione del nuovo anno accademico, il premio Oscar è stato proclamato dal rettore della Statale, Gianluca Vago, dottore magistrale in Scienze della musica e dello spettacolo.

Le motivazioni. «Ennio Morricone ha collaborato con i più grandi registi del mondo e le sue composizioni, sempre a commento della pellicola, hanno fatto epoca nella storia del cinema», ha detto nella Laudatio Cesare Fertonani, professore di Musicologia e storia della musica. «Il maestro è anche autore di musica assoluta d’avanguardia, che si riverbera nelle sue colonne sonore». Il rettore Vago, intervenuto in apertura e in chiusura della cerimonia, si è detto più che onorato della presenza del premio Oscar in sala e ha espresso riconoscenza per il suo fondamentale contributo nel mondo della cultura.

Il brano scritto per l’Ateneo. Il maestro ha scelto di usare la musica e non le parole per ringraziare l’Università della laurea honoris causa. Un inedito, fatto di «velocità, spazio e intensità nel dinamismo». Lo ha descritto così il celebre compositore, che ha invitato il pubblico a un secondo ascolto. Il brano si intitola Varianti per Ballista Antonio Canino Bruno, in onore dei due grandi pianisti che lo hanno eseguito in prima mondiale, accompagnati dall’Orchestra dell’Università degli Studi di Milano, diretta da Alessandro Crudele. «È stata un’esecuzione straordinaria: non sempre accade la prima volta», ha concluso Morricone.

 

L’evento. La consegna del titolo al maestro è avvenuta nell’Aula magna della Statale. Le note di Gabriel’s Oboe, brano tratto dal film Mission del 1986, hanno aperto la cerimonia. Il primo a salire sul palco è stato il rettore Vago, che ha subito ricordato Alessandra Covezzi e Flavia Roncalli, le due studentesse recentemente scomparse a causa della meningite. Una parola anche per Giulio Regeni, il ricercatore italiano scomparso al Cairo, di cui il 25 gennaio ricorreva l’anniversario del rapimento. È stato Filippo Fleishhacker, Presidente della Conferenza degli studenti, che con un appello rivolto al rettore ha chiesto di ripristinare lo striscione di Amnesty International sulla facciata dell’Università, fino a quando non verrà scoperta la verità sulla sua morte. Presenti, fra il pubblico, anche il sindaco di Milano Beppe Sala e il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni. Hanno chiuso la mattinata le suggestioni di C’era una volta in America, celebre film diretto da Sergio Leone, con Deborah’s Theme.

di Giovanna Pavesi e Marco Procopio