Partenza, pronti, via. Ospiti che disertano, passi avanti e passi indietro, Sanremo è iniziato. Le accoppiate Amadeus-Fiorello e Leotta-Jebreal al banco di prova. Le denunce contro la violenza sulle donne, dall’attesissimo monologo di Rula Jebreal, esemplare, alla performance di Gessica Notaro, Miss Romagna 2007 salita alle cronache per essere stata sfregiata al volto con l’acido dall’ex fidanzato. Poi Tiziano Ferro, i brani in gara e, mai assente, una buona dose di trash. In questa prima serata c’è stato di tutto.

Amadeus e Fiorello – «Buona sera fratelli, buonasera sorelle»: Fiorello vestito da prete è il primo frame della 70esima edizione del Festival di Sanremo a salutare l’Italia. Spiana la strada all’amico Amadeus, stemperando la tensione con qualche battuta: «Solo lui è riuscito a mettersi contro tutti. Uomini, donne, chiunque». Eccolo, Ama, come lo chiamano i colleghi, che entra in scena. Giacca scintillante quasi quanto il palco illuminato dalle spettacolari visual, il presentatore ripete quanto già detto più volte, prima e durante la serata: sta vivendo il suo sogno più grande. Il dubbio era che Fiorello gli rubasse la scena, invece non è stato così: Rosario torna sul palco solo a fine serata per annunciare la classifica provvisoria. L’inizio di Amadeus, un po’ impacciato, tradisce tutta la sua emozione. Inizia con occhi fissi sul gobbo, senza nasconderlo. Poi carbura e, alla fine, esce il conduttore navigato che è in lui.

Diletta Leotta – Occhi puntati anche su due delle dieci donne scelte da Amadeus per la co-conduzione del Festival. Parte Diletta Leotta, giallo-vestita in stile La Bella e La Bestia, come decretato dal web. Al suo secondo atto, dopo uno sketch poco convincente in cui gioca sul suo ruolo di giornalista sportiva a bordo campo, torna a scherzare sul peccato originale di questo Sanremo: «La bellezza è un peso che con il tempo ti può fare inciampare se non la sai portare», dichiara guardando spavalda la telecamera. Glielo diceva sempre nonna Elena, in prima fila in teatro, che le regala così lo spunto per un siparietto sulla bellezza che sfuma. Certo è che il gobbo lo legge meglio di Amadeus.

Rula Jebreal – Più emozionata della sua collega, passa la serata senza sciogliersi del tutto, fino al preannunciato monologo che tutti aspettavano. Da sola sul palco, due leggii. Uno, colorato di nero, mette insieme storie di stupri e violenze, storie di mamme (come la sua, morta suicida dopo gli abusi subiti) e di figlie cresciute nei luoghi di guerra dove l’uomo è ancora animale. Poi ricorda le cifre, alte e spietate, della violenza sulle donne, anche in Italia: sei donne uccise solo nella settimana prima delle kermesse. Perché l’uomo può essere animale a qualsiasi latitudine. Alterna il nero al bianco, scritto sull’altro leggìo, leggendo passi di brani che raccontano di come dovrebbe essere il rapporto con le donne. La cura di Battiato, La donna cannone di De Gregori, Sally di Vasco, Je t’aime di Fossati. Gli occhi si bagnano, sospira nel microfono. Anche la figlia tra il pubblico non trattiene le lacrime. Chiude: «Lasciateci essere quello che vogliamo, madri di 10 figli o di nessuno. Domani chiedetevi pure come era vestita la Jebreal, non chiedetelo mai più di una donna che è stata stuprata».

La classifica provvisoria – Si parte con la sfida tra le nuove proposte. Nel duello tra Eugenio in Via di Gioia e Tecla Insolia, è la 16enne a spuntarla con la sua 8 Marzo, brano contro la violenza sulle donne. Leo Gassman vince poi con il 54% di voti su Fadi, meno in forma rispetto alle prove generali. A fine serata, la classifica provvisoria dei big appariva invece così, dal primo all’ultimo: Le Vibrazioni, Elodie, Diodato, Irene Grandi, Marco Masini, Alberto Urso, Raphael Gualazzi, Anastasio, Achille Lauro, Rita Pavone, Riki, Bugo e Morgan.

Highlights –  Quest’anno, oltre ad Amadeus e Fiorello, c’è un terzo padrone di casa. Tiziano Ferro. Presente a tutte le serate, incanta tutti già al primo giro. Parte con una cover di Nel Blu dipinto di Blu; scoppia in lacrime al termine dell’esecuzione, toccante, di Almeno tu nell’universo, ammettendo anche qualche stonatura mai così gradita; torna in scena una terza volta con la sua Accetto Miracoli.
E poi, Achille Lauro. Secondo solo a Rula Jebreal per numero di tweet durata la serata, è chiaro dall’entrata in scena che farà parlare di sè. Scende le scale a piedi nudi avvolto in un mantello nero con inserti oro che poi scompare dopo le prime strofe per lasciare il cantante in tuta aderente color carne e glitter firmata Gucci. Si ispira a Giotto e San Francesco ma ricorda il video di Toxic di Britney Spears.
Fa discutere. Ma in fin dei conti siamo sempre a Sanremo e il gender fluid non può piacere a tutti. Ci pensano Albano e Romina a far vibrare le corde nazional-popolari del pubblico dell’Ariston, che esplode durante il medley delle loro hit: Nostalgia Canaglia, Felicità e poi si sfuma nell’inedito scritto da Romina con Cristiano Malgioglio. Diverte, nonostante il playback. Gessica Notaro ed Emma, invece, riportano ancora il tema della donna al centro della scena. La prima, ex Miss Romagna sfregiata con l’acido dal suo ex ragazzo, commuove cantando assieme ad Antonio Maggio, mentre Emma incanta sia dentro il teatro che fuori. Amadeus la conduce in piazza Colombo per farla esibire anche davanti al pubblico. Non era mai successo in 69 edizioni. Sanremo continua a fare la storia.