E’ finita a Sesto San Giovanni, nel Milanese, la corsa di Anis Amri, il tunisino ricercato dalle polizie di tutta Europa per la strage di Berlino. L’uomo che la sera di lunedì 19 dicembre aveva provocato la morte di almeno 12 persone lanciandosi con un tir sulla folla ad un mercatino di Natale è rimasto ucciso nella notte nel corso di una sparatoria con la polizia. A confermare l’identità del giovane è stato in mattinata lo stesso Ministro degli Interni, Marco Minniti. Ferito nello scontro a fuoco anche un agente della squadra che ha intercettato il terrorista: ricoverato all’ospedale di Monza, è fuori pericolo.

I rilievi della polizia scientifica sul corpo di Anis Amri, fuori dalla stazione di Sesto San Giovanni (Foto ANSA/Daniele Bennati)

Erano le 3 del mattino di venerdì 23 dicembre quando una pattuglia di servizio a Sesto San Giovanni, forse richiamata da alcuni cittadini insospettiti, ha fermato un giovane di aspetto nordafricano che camminava da solo nei pressi della stazione. Alla richiesta di presentare i documenti, secondo la ricostruzione della Digos di Milano, l’uomo avrebbe estratto una pistola dallo zaino e fatto fuoco sui due poliziotti. Immediata la risposta della polizia che ha sparato all’aggressore, deceduto poche ore dopo. Uno dei due agenti, Christian Movio, ferito ad una spalla, è stato portato all’ospedale di Monza dove sarà operato. A sparare il colpo che ha neutralizzato Amri sarebbe stato il secondo poliziotto, Luca Scatà, 29enne siciliano in prova da pochi mesi al Commissariato di Sesto.

La notizia che l’uomo ucciso nella sparatoria era il terrorista di Berlino, circolata nella mattinata, è stata confermata ufficialmente dalle autorità italiane a seguito dei rilievi eseguiti dalla polizia scientifica sul corpo dell’uomo. I dati incrociati delle impronte digitali e della misura del volto in particolare hanno consentito agli inquirenti di identificare Anis Amri “senza ombra di dubbio” – come ha affermato il ministro degli Interni Marco Minniti.

Amri, che era ricercato da giorni dalla polizia tedesca dopo il clamoroso arresto di un giovane pakistano poi rivelatosi estraneo ai fatti di Berlino, non aveva con sè documenti d’identità. Tra i suoi effetti personali la polizia ha però ritrovato alcuni biglietti ferroviari che aiutano a ricostruire il percorso dell’uomo fino al Comune alle porte di Milano. Amri sarebbe giunto nel capoluogo lombardo attorno all’una di notte in arrivo da Torino, dove un altro treno lo aveva portato da Chambery, nel sud-est della Francia. Non è chiaro se il terrorista, che era conosciuto ai servizi italiani per ripetuti episodi di violenza nel recente passato, avesse contatti con altre persone in grado di proteggerlo nella zona di Milano o di qui intendesse spostarsi ulteriormente sul territorio italiano.

Complimentandosi con gli agenti di servizio per la prontezza dell’intervento, Minniti ha tenuto a ringraziare tutto il sistema di sicurezza nazionale, sottolineando “il livello elevato di controllo del territorio che consente, nell’imminenza dell’ingresso nel nostro paese di un uomo in fuga perchè ricercato, di identificarlo e neutralizzarlo”. Soddisfazione è stata espressa anche dal Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, che nel corso di una conferenza stampa ha lodato il “coraggio e capacità professionali notevoli” dimostrate dai due agenti Movio e Scatà. Nell’imminenza delle festività natalizie, il premier ha assicurato l’impegno del governo per garantire la massima sicurezza del territorio anche nei prossimi giorni.

Riconoscenza per il lavoro svolto dalle autorità italiane è arrivata dal governo tedesco: il portavoce del ministero degli Esteri ha espresso la gratitudine all’Italia per la stretta collaborazione, mentre il ministro degli Interni Thomas De Maizière si è congratulato al telefono con Minniti per l’efficacia dell’operazione della polizia ed ha espresso il sollievo del governo tedesco. Il quale però ora dovrà spiegare ai suoi cittadini come il super-ricercato per la strage del mercatino di Breitscheidplatz abbia potuto lasciare indisturbato il Paese nelle ore successive all’attentato, trovando riparo in Francia.