«Chiederemo la scarcerazione», dice Alfredo Sorge, avvocato di Alfredo Romeo, all’uscita dal carcere di Regina Coeli. «Quando l’hanno arrestato non c’erano prove», aggiunge il collega Gian Battista Vignola. Era atteso l’interrogatorio di Alfredo Romeo, l’imprenditore campano indagato nell’inchiesta sulla corruzione all’interno della Consip, la concessionaria che gestisce le commesse della Pubblica Amministrazione. Ma ha deciso di non parlare. Per lui lo fanno i suoi legali. E sempre tramite loro ha smentito di conoscere Tiziano Renzi, il papà dell’ex Premier Matteo.

L’interrogatorio – Lunedì 6 marzo nel carcere di Regina Coeli, i magistrati hanno interrogato il presunto corruttore del caso Consip: Alfredo Romeo che si è però appellato alla facoltà di non rispondere. Ha lasciato che i suoi avvocati cercassero di chiarire la sua posizione davanti alla stampa. “I soldi versati a Marco Gasparri? Un espediente per incastrarlo, erano solo consulenze», hanno detto i legali Gian Battista Vignola e Alfredo Sorge. Parole chiare per difendere il proprio assistito, in carcere con l’accusa di aver corrotto un dirigente della centrale acquisti dello Stato in cambio di informazioni riservate per potersi aggiudicare gli appalti in gara. Non ha parlato, perché a farlo c’è un memoriale già depositato in Procura.

Sede_Consip_Roma_via_IsonzoParte delle carte su Romeo consiste in un faldone di 100 pagine che l’indagato propone in sua difesa a in cui spiega il suo ruolo nella vicenda. Al loro interno, l’avvocato e imprenditore si definiva “vittima” nell’assegnazione di appalti, sempre più spesso affidati a cooperative “rosse”.

I nomi coinvolti – Tanti i nomi coinvolti con cui Romeo avrebbe avuto contatti. A partire da Tiziano Renzi, il padre dell’ex Presidente del consiglio. Renzi senior, indagato per traffico di influenze, ha ribadito durante l’interrogatorio del 3 marzo di aver incontrato esponenti del Partito Democratico e imprenditori solo per questioni di lavoro. Proprio lui sarebbe stato il collegamento tra Romeo e i vertici Consip, tra cui Marco Gasparri e Luigi Marroni, e nomi del Governo in carica. Tra di essi compare quello di Luca Lotti, attuale ministro dello Sport ed ex Sottosegretario, che avrebbe riferito a Marroni, ad di Consip, dell’indagine in corso.

Tra gli imprenditori ci sono Alessandro Comparetto, direttore della società di poste privata Fulmine Group, e quello di Carlo Russo, impresario nel settore farmaceutico. Russo avrebbe aiutato, tramite Tiziano Renzi, Alfredo Romeo nell’ottenere appalti della Consip. Sono quindi state numerose le vie che Romeo avrebbe usato per accedere ai bandi di concorso Consip e ottenerne la vincita.

Ma tutti smentiscono. L’unico incontro che è stato ammesso è quello tra Tiziano Renzi e “Mister X”, ossia Comparetto. Un incontro che però sembrerebbe solo lavorativo. Al Corriere della Sera proprio Renzi senior aveva commentato: «Quello di Fiumicino era un semplice appuntamento di lavoro. E non era segreto». Ha poi specificato l’mprenditore: «Solo lavoro. Viaggio spesso, la Fulmine Group ha numerosi appalti fuori dalla Sicilia».