Un’ottima annata. Non solamente per il film, ma soprattutto per i nuovi vigneti delle star. Sono sempre di più infatti gli attori, i calciatori, i cantanti e i politici che hanno trovato nella viticoltura una nuova passione e un modo per esprimere la loro creatività e spirito imprenditoriale.

Gli sportivi – Veronese doc, Alberto Malesani a fine anni ‘90 ha scritto la storia calcistica del Parma, portando la squadra a vincere una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana e la storica Coppa Uefa del 1999. Dal 2015 si dedica all’azienda agricola “La Giuva”, dall’unione dei nomi delle figlie Giulia e Valentina. La produzione dell’ex allenatore punta sui vigneti biologici e autoctoni: Corvina, Corvinone, Rondinella e Oseleta, uve che secondo le differenti vinificazioni danno vita ai grandi classici veneti come il Valpolicella, l’Amarone e il Recioto.
Un Mondiale, sei scudetti e due Champions League: ma Andrea Pirlo oltre alla passione per il calcio ha quella dell’enologia. Nel 2007 il bomber decide di convertire il piccolo appezzamento familiare a Flero, vicino Brescia, alla produzione vitivinicola. Nasce così “Pratum Coller”, azienda biologica che produce circa 25mila bottiglie l’anno divise tra due rossi (miscela di Marzemino, Merlot, Sangiovese e Cabernet), un rosato e un bianco vinificato con Trebbiano di Lugana, tutti con Igp Montenetto di Brescia.

I cantanti – Felicità: Al Bano l’ha trovata davvero in quel suo bicchiere di vino. Ormai da decenni produce vino nella sua tenuta “Al Bano” di Cellino San Marco (Brindisi). Il successo è stato così grande da rendere necessaria la costruzione di una nuova cantina che possa sostenere i ritmi di produzione: ogni giorno più di 20mila bottiglie lasciano i locali dell’azienda per raggiungere i supermercati italiani. Tra le bottiglie più pregiate ci sono “Felicità”, un Sauvignon Blanc e “Aurito”, un Salice Salentino rosso Riserva Doc del 2013, e “Platone” un salice riserva attualmente punta di diamante della produzione di Carrisi.
I sapori e gli odori della terra d’origine hanno richiamato a casa anche Gianna Nannini, che nel 2006 ha rilevato l’azienda di famiglia a Berilguardo. Sulle colline di Siena, un’abbazia del 1350 che già nel ‘500 produceva vino; nel 1920, poi, l’acquisizione da parte della famiglia Nannini. Più di 700 anni di storia legati da un fil rouge: sicuramente quello dei tre rossi Igt Toscana, il “Baccano”, il “Chiostro di Venere” e “Rosso di Clausura”. Cantina che la Nannini ha curato con la stessa passione che ha sempre contraddistinto il suo rock.

I politici – Ma tra i viticoltori “vip” ci sono anche molti politici. Ad esempio Massimo D’Alema, che nel 2014 rileva la proprietà “La Madeleine” in provincia di Terni insieme alla moglie Linda, in una terra di Cabernet Franc e Pinot Nero. «Questa campagna la voglio vivere. Faccio anche l’uomo di fatica, scarico cassette d’uva da 20 chili», ha dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera. Si lavora con vitigni internazionali: scelte sperimentali e controcorrente ma sempre con un occhio alla tradizione e al territorio: è da qui che nasce “NarnOt”, un Cabernet Franc che rende omaggio a Narni e Otricoli, i due paesi tra i quali si estendono le vigne.
Anche Renato Brunetta ha optato per l’otium bucolico: come ha detto in un’intervista al Corriere, «la vita in campagna mi ripaga dalle amarezza della politica». L’azienda si chiama “Capizucchi”, come la famiglia che gli ha venduto la terra, ed è nell’agro romano, a sud di Roma. 12 ettari di vigneto che producono 100mila bottiglie di Montepulciano e Cabernet Sauvignon, affinato anche in botti di rovere per produrre l’Amarone. Un sogno che lo ha portato a indebitarsi, tanto che il pareggio arriverà solo nel 2020. Ma tutto per amore della nipotina, Vittoria, alla quale ha dedicato la prima vigna piantata.