Di Leonardo da Vinci si pensa di sapere tutto: delle opere e invenzioni, della vita tra Firenze e Milano e degli ultimi anni in Francia. Ma sono molti gli aspetti dell’uomo Leonardo rimasti nell’ombra della storia, riportati alla luce dalle sue opere o dalle testimonianze di chi l’ha conosciuto e ne ha dipinto le caratteristiche più personali. Ecco le 10 curiosità poco conosciute del genio rinascimentale:

1. (Presunte) origini mediorientali – Leonardo di ser Piero da Vinci (Vinci, 15 aprile 1452 – Amboise, 2 maggio 1519) era figlio illegittimo del notaio Piero da Vinci. Non è noto invece chi fosse la madre, si sa solo che il suo nome era Caterina. Una delle teorie è che fosse una ragazza originaria del Medio Oriente: il suo nome era infatti comune tra le schiave convertite al cattolicesimo. Inoltre, le impronte digitali di Leonardo – rilevate sul San Gerolamo penitente (1480) – mostrano molte analogie con un tipo diffuso nell’area dell’odierna regione tra la Siria e la Turchia.

2. La Gioconda non è “nostra” – Ancora oggi è fin troppo diffusa l’idea che la Gioconda sia stata rubata all’Italia e portata al Louvre da Napoleone. Ma è invece accertato che fu proprio Leonardo a venderla al re di Francia Francesco I, il quale la pagò 4 mila scudi d’oro (due anni dello stipendio di Leonardo). È vero invece che i napoleonici trafugarono alcuni manoscritti di Leonardo, che oggi sono conservati presso l’Insitut de France.

3. “Omo sanza lettere” – Nel Codice Atlantico Leonardo confessa con amarezza la sua ignoranza in latino. Una mancanza pesante in un’epoca in cui il dibattito scientifico si svolgeva in questa lingua. Si dotò di libri su cui studiare, ma non colmò mai la sua lacuna e dovette puntare tutto sul disegno.

4. Grafomane geloso – Da un’annotazione del 1° aprile 1499 sappiamo che all’età di 47 anni era già “alla testa di duecentodiciotto libri”: appunti, quaderni, fogli e il Trattato di Pittura. Ma né ai suoi amici né ai suoi allievi era permesso leggerli, per paura che potessero rubare le sue idee. E, per essere ancora più sicuro, spesso anagrammava o scriveva da destra a sinistra le parole da tenere segrete.

5. Il processo per sodomia – Insieme ad altri allievi della bottega del Verrocchio, nel 1476 – all’età di 24 anni – fu imputato in un processo per sodomia. La vittima del presunto abuso era Jacopo Satarelli, apprendista orafo 17enne. Ma, dopo essere stato incarcerato, fu rilasciato perché l’accusa anonima non poteva essere accettata dal tribunale e fu subito chiuso il processo in cui Leonardo si sarebbe dovuto difendere dall’accusa di omosessualità.

6. Animalista e vegetariano – Il navigatore toscano Andrea Corsali in una lettera a Giuliano de’ Medici scrive: «Alcuni gentili non si cibano di cosa alcuna che tenga sangue, né fra essi loro consentono che si noccia ad alcuna cosa animata, come il nostro Leonardo da Vinci». Giorgio Vasari racconta invece della sua abitudine di comprare uccelli in gabbia per poi liberarli e restituire loro quello che considerava il diritto naturale della libertà.

7. Spirito di osservazione – Leonardo fu il primo a scoprire che, contando gli anelli di accrescimento degli alberi, si può determinare l’età di una pianta. A lui si deve anche la spiegazione dell’origine dei fossili: al suo tempo si pensava fossero resti del Diluvio universale, ma – riprendendo alcuni scritti dei filosofi greci – Leonardo dimostrò invece che erano resti di animali e piante pietrificati da processi geologici e portati alla luce dai movimenti della crosta terrestre.

8. Passione cuoco – In una lettera indirizzata a Ludovico il Moro nel 1482 si vantò dei suoi successi culinari: «E faccio delle torte che non hanno uguali». A lui e alle sue sperimentazioni in cucina si devono anche gli antenati del cavatappi, dell’affettatrice, del frullatore e del trita-aglio.

9. Gusto per il grottesco – Il suo occhio di artista era attirato non solo dalla bellezza, ma anche dalla deformità, al punto da essere considerato il precursore della tecnica della caricatura. Sono molti i fogli con disegni di teste maschili e femminili in cui le caratteristiche fisiche sono accentuate fino al grottesco, come nello studio Uomo ingannato dagli zingari.

10. Uomo di spirito – Come testimonia Giorgio Vasari, Leonardo era un “uomo di spirito” e un burlone. Era sua abitudine impaurire per scherzo gli amici che gli facevano visita, facendo saltare fuori da una scatoletta un piccolo ramarro con ali e decorazioni applicate. Sempre il Vasari racconta che era anche conosciuto per le sue barzellette particolarmente sconce: «Una aveva i piedi molto rossi e, passandole appresso, uno prete domandò con ammirazione donde tale rossezza dirivassi; al quale la femmina subito rispuose che tale effetto accadeva perché ella aveva sotto il foco. Allora il prete mise mano a quello membro, che lo fece essere più prete che monaca, e, a quella accostatosi, con dolce e sommessiva voce pregò quella che ’n cortesia li dovessi un poco accendere quella candela».