Finale di partita, la traduzione in musica del testo di Beckett, nonché attesissima opera prima di György Kurtág, il più importante compositore contemporaneo. Die Fledermaus (Il pipistrello) di Strauss, opera buffa che fa entrare a pieno diritto il valzer viennese nella storia dell’opera e infine il Fierrabras di Schubert, nell’allestimento curato da Peter Stein per il Festival di Salisburgo. Sono questi i tre debutti della stagione scaligera 2017-2018, che vede ben 15 titoli in cartellone. Un programmazione molto ricca come ha sottolineato il sovrintendente Alexander Pereira. Di questo si compiace anche Elvio Giudici, critico musicale del Giorno, che ha detto alla Sestina: «I teatri devono produrre il più possibile e essere aperti, per risparmiare spesso in questo Paese si tende a fare l’opposto».

La prima con Andrea Chénier-  Ad aprire il 7 dicembre sarà l’Andrea Chenièr di Giordano. Il dramma, ambientato durante la Rivoluzione francese, fece il suo debutto proprio alla Scala, dove non veniva messo in scena da più di trent’anni. L’opera sarà diretta dal maestro Riccardo Chailly che nel 2018 festeggia quarant’anni di carriera nel teatro milanese. «Andrea Chenièr ha segnato un punto imprescindibile nella storia del verismo italiano ed è l’opera dei milanesi», ha detto Chailly, «la prima del 1896 fu un trionfo e quando è stata ripresa negli anni è sempre stato un successo». Il tenore Yusif Eyvazov vestirà i panni di Andrea, mentre sua moglie, la star della lirica Anna Netrebko, sarà Maddalena. La regia è affidata a Mario Martone,che nel 2016 ha realizzato un allestimento di successo di un’altra opera di Giordano, La cena delle beffe.

Il debutto di Nino Frassica- «Abbiamo qualcosa per ridere», ha detto Pereira, annunciando che nel cast di Die Fledermaus ci sarà anche Nino Frassica. L’attore, famoso per Quelli della notte e per il ruolo del Maresciallo Cecchini nella fiction di Rai Uno Don Matteo interpeterà il carceriere Frosch, una parte solo recitata. L’allestimento è di Cornelius Obonya, erede di una famiglia di grandi attori austriaci che al Festival di Salisburgo ha rappresentato lo Jedermann, il grande classico della manifestazione. L’orchestra sarà diretta dal maestro Zubin Mehta, che, dopo aver diretto cinque concerti di Capodanno a Vienna, ha in sé la tradizione di quel repertorio, come ha sottolineato il sovrintendente Pereira.

L’omaggio a Zeffirelli-  Metà dei titoli in cartellone sono dedicati al repertorio italiano. Oltre a Giordano, Verdi con il Simon Boccanegra, Ernani e l’Aida, che sarà riproposta nell’allestimento di Franco Zeffirelli, in omaggio ai 95 anni del regista. In cartellone anche Donizetti con il Don Pasquale, Bellini con Il pirata e Zandonai con Francesca da Rimini, vicenda di passione e gelosia scritta da Gabriele D’Annunzio e ispirata al quinto canto dell’Inferno dantesco. Una stagione interessante secondo Giudici, anche se non presenta grandi spunti innovativi. Il critico della Stampa Alberto Mattioli ritiene invece che si sia osato abbastanza: «È una stagione piena di titoli poco frequenti e poco frequentati, anche per quel che riguarda il repertorio italiano», dice.

Campanilismi- Quando si parla di Scala non possono mancare le contestazioni. Questa volta dettate dall’assenza di cantanti italiane, subito smentita da Pereira. In Die Fledermaus infatti c’è Eva Mei, nel Don Pasquale Rosa Feola, ne La finta giardiniera Giulia Semenzato. Polemica pretestuosa, che però è riuscita a far infiammare il sovrintendente.