Dal vertice mondiale dell’auto a un carcere di Tokyo. Con un’accusa grave, appena confermata dalla giustizia giapponese: frode fiscale. Continua dunque la parabola discendente di Carlos Ghosn, ex leader di Alliance, la multinazionale che riunisce i marchi Renault, Nissan e Mitusbishi. Insomma, uno dei manager più pagati al mondo. Ma, secondo gli accusatori nipponici, lo stipendio non gli bastava: avrebbe usato i fondi di Nissan per uso personale e avrebbe dichiarato una remunerazione inferiore al fisco giapponese per circa 40 milioni di euro per il periodo 2011-2015. Ghosn si trova nel carcere di Tokyo dal 19 novembre in seguito a un’indagine interna del consiglio di amministrazione Nissan, di cui era presidente dal 2017. Le nuove accuse di illecito finanziario per l’anno fiscale 2018 potrebbero prolungarne la detenzione preventiva fino al 31 dicembre.

L’alleanza franco-nipponica – IAlliance prende vita nel 1999, in seguito alla fusione tra Renault e Nissan, in quel momento sull’orlo della bancarotta. Nel 2016, Ghosn decide di integrare Mitsubishi nell’alleanza. Oggi, le tre società riunite sono al vertice del settore dell’automobile davanti a Volkwagen e Toyota. Il gruppo sviluppa e utilizza tecnologie comuni e acquista parti dagli stessi fornitori, dando lavoro a oltre 450.000 persone e vendendo più di 10 milioni di veicoli all’anno (Bbc).

L’asfaltatore di costi – Nato in Brasile, cittadino francese e libanese, Ghosn inizia la carriera in Michelin dopo il diploma in ingegneria a Parigi. Nel 1996 viene nominato direttore aggiunto di Renault, poi amministratore delegato 9 anni più tardi. Personaggio discusso e dibattuto nell’opinione pubblica francese per i suoi guadagni, 17 milioni di euro solo nel 2017, e i suoi interessi finanziari all’interno del gruppo, Ghosn venne soprannominato le cost killer (l’assassino di costi) per il suo approccio muscolare alla riduzione dei costi all’interno della filiera produttiva Renault. Nel 1999 Ghosn è l’inviato speciale di Renault in Giappone per la fusione con Nissan. Il manager ordina 21 mila licenziamenti, chiude uno stabilimento industriale e rompe i rapporti con i fornitori storici del gruppo giapponese. Salutato come eroe nazionale, il manager era stato sia il soggetto di una serie di fumetti a puntate pubblicati in Giappone sia oggetto di minacce di morte da parte della Yakuza, la mafia giapponese.

Possibili tensioni tra Nissan e Renault – Come riportato dal settimanale francese L’Express, prima dell’arresto i rapporti tra Ghosn e il consiglio di amministrazione di Nissan erano sempre più tesi. In particolare, i vertici Nissan non avrebbero gradito il trasferimento della produzione della nuova Micra nello stabilimento di Flins, tra Rouen e Parigi. Inoltre Ghosn aveva rifiutato in precedenza di rivelare in Giappone i guadagni percepiti come manager del gruppo. Secondo la Bbc, è ipotesi credibile che i dirigenti di Nissan nutrissero malumori per il potere esercitato sulla joint venture dalla Renault e concentrato nelle mani di Ghosn. La casa automobilistica francese Renault è vista come il partner dominante per la sua partecipazione del 43% in Nissan, nonostante la vendita di un numero inferiore di veicoli (circa due milioni l’anno). La partecipazione di Nissan in Renault, invece, è solo del 15%.

Gli sviluppi – Mentre i consigli di amministrazione di Nissan e Mitsubishi hanno già formalizzato il licenziamento di Ghosn, Renault ne ha confermato la carica di presidente nominando amministratore provvisorio Thierry Bolloré. Secondo la BBC, Ghosn rischia una condanna fino a 10 anni di carcere. Inoltre, secondo l’autorità di regolamentazione giapponese, le accuse formalizzate dal pubblico ministero comportano una multa fino a 700 milioni di yen pari a circa 6 milioni di euro.