Pete Buttigieg detto Pete e con entrambe le g del cognome da pruninciare morbide- è il sindaco di South Bend in Indiana. La sera del 14 aprile ha dato ufficialmente la notizia di essersi candidato alle primarie in vista delle presidenziali americane del 2020. Un Democrat che, se eletto, diventerebbe il primo presidente degli Stati Uniti under 40 e, dettaglio non trascurabile, gay dichiarato.

Il personaggio Il suo contatto con la politica è stato a dir poco precoce: dopo aver scritto un saggio al liceo, vinse uno stage nello studio del senatore Teddy Kennedy. Laureato in Letteratura e Storia ad Harvard ha poi continuato gli studi in filosofia, politica ed economia a Oxford. Figlio di immigrati maltesi è cresciuto nel Midwest degli Stati Uniti e lì ha costruito il suo futuro politico. A 29 anni è stato eletto sindaco di South Bend e nel giro di 8 anni è riuscito a far rinascere la cittadina. È stato per anni un riservista della marina e (da sindaco) si è messo in aspettativa per andare volontario in Afghanistan per sette mesi come ufficiale dell’ Intelligence. Ha già scritto un libro sulla sua vita, Shortest Way Home che il The Guardian ha valutato come «la migliore autobiografia politica americana dai tempi di Obama».

La scalata Il Mayor Pete fa tremare gli altri candidati blu: secondo i sondaggi della Monmouth University (come riporta Politico) Joe Biden (che non è ancora ufficialmente entrato nella gara) è al 27%, al secondo posto c’è Bernie Sanders con il 16% seguito da Buttigieg con il 9%. Una scalata incredibile per il sindaco (che a quanto pare conosce anche un poco di italiano) e che fino a qualche mese fa era sconosciuto ai più, anche se Barack Obama lo aveva inserito nella lista dei quattro democratici che avrebbero segnato il futuro della politica del partito. Attualmente i candidati alle primarie Dem sono 18 e il numero è destinato a salire, ma Pete ha già staccato alcuni dei più promettenti come la senatrice californiana Kamala Harris e l’ex deputato texano Beto O’Rourke.

Gli obiettivi Lotta al cambiamento climatico, sistema sanitario pubblico e una maggiore tolleranza in tema di immigrazione sono i punti forti della politica proposta da Buttigieg, presunto alter-ego millennial dell’attuale presidente Donald Trump. Se eletto, sarebbe il più giovane presidente degli Stati Uniti della storia. Amante di Calvino e figlio di uno dei più importanti studiosi contemporanei di Antonio Gramsci, Pete è una continua sorpresa. La stessa scelta del luogo previsto per la dichiarazione ufficiale, il vecchio stabilimento automobilistico della Studebaker della sua città, è apparsa significativa. Vuole attirare l’attenzione sulla necessità di non trascurare le realtà industriali locali in declino, vittime della globalizzazione, tanto corteggiate dall’ultima campagna elettorale di Donald Trump e dimenticate dai democratici. L’affondo rivolto a Trump, nel suo ultimo discorso (e primo da candidato) è stato molto chiaro: «Per raccontare una storia diversa dal “make america Great again”».

Vita privata Dichiaratamente omosessuale, ha aspettato il tempo delle elezioni per il secondo mandato da sindaco per informare il Paese delle sue preferenze sentimentali. Il rischio corso gli ha portato la ricandidatura con l’80% delle preferenze nello stesso Stato, l’Indiana, che fu la roccaforte dell’ultra conservatore Mike Pence. Il tutto si è coronato lo scorso giugno con il matrimonio -nella chiesa episcopale di South Bend-  con Chasten Glezman, insegnante di teatro e suo compagno di vita da molti anni. La fede per Pete? «Una forza positiva» necessaria, come ha dichiarato in un’ intervista per il venerdì di Repubblica.