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«Il rapporto di lavoro è prima di tutto un rapporto di fiducia. È per questo che lo si trova di più giocando a calcetto che mandando in giro dei curriculum». Lo ha detto Giuliano Poletti a Bologna, durante un incontro sull’alternanza scuola-lavoro con gli studenti dell’istituto Manfredi Tanari. Rispondendo alle domande, il ministro del Lavoro ha cercato di dare dei suggerimenti pratici ai ragazzi che si stanno affacciando per la prima volta sul mondo del lavoro. Consigli che, però, hanno subito scatenato le reazioni feroci dei social network e di tutte le opposizioni.

L’incontro – Il tema era l’alternanza scuola-lavoro, una delle più importanti novità introdotte dalla “Buona scuola” del governo Renzi. Lunedì 27 marzo Poletti si è intrattenuto per circa un’ora e mezza con gli studenti dell’Istituto Tanari, per rispondere «senza rete» a tutte le loro domande. Se sulla possibilità di trovare lavoro a Bologna il ministro ha speso parole incoraggianti, sottolineando la presenza sul territorio di molte imprese, è sulle modalità di ricerca di una posizione lavorativa che ha pronunciato la frase incriminata. Secondo Poletti è più utile «giocare a calcetto», conoscendo persone e instaurando un rapporto di fiducia con i datori di lavoro, piuttosto che «mandare in giro dei curriculum». Subito dopo ha aggiunto che «i rapporti che si instaurano nel percorso di alternanza fanno crescere il tasso di fiducia e quindi le opportunità lavorative». Di contro, alcuni studenti gli hanno fatto notare che le esperienze di stage talvolta non sono così soddisfacenti, perché si rischia di fare operazioni manuali e ripetitive. «Intanto vedi un mondo», ha risposto il ministro.

Le reazioni – Immediate le polemiche di tutta la classe politica. «Dal ministro Poletti arriva l’ennesimo intervento a gamba tesa e, è il caso di dirlo, un calcio in faccia ai molti giovani disoccupati. Ormai non ci sono più commenti sulla sua scarsa sensibilità. È da cartellino rosso», hanno dichiarato i deputati del Movimento 5 Stelle della Commissione Lavoro. Rincara la dose il segretario della Lega Matteo Salvini, che chiede le scuse e le dimissioni del ministro. Anche sui social le sue parole sono state sommerse dalle critiche e giudicate «inopportune», «fuori dal mondo», «inammissibili». Poche le difese, dove si sottolinea il pragmatismo di Poletti a discapito del «politichese parlato da tanti suoi colleghi».

La precisazione – Nella serata di lunedì è arrivata una nota del ministro, a chiarimento della situazione: «Vedo che si stanno strumentalizzando alcune frasi che ho pronunciato in occasione di un incontro con gli studenti di una scuola di Bologna per parlare di alternanza scuola-lavoro e che gli studenti hanno compreso e condiviso nel loro significato. Per questo voglio chiarire che non ho mai sminuito il valore del curriculum e della sua utilità. Ho sottolineato l’importanza di un rapporto di fiducia che può nascere e svilupparsi anche al di fuori del contesto scolastico. E quindi dell’utilità delle esperienze che si fanno anche fuori dalla scuola».