Cure for AIDSDiminuiscono le morti ma non i nuovi contagi. Con la Romania in testa in Europa. Ma anche in Italia i casi sono più che raddoppiati in dieci anni.

A pochi giorni dalla giornata mondiale contro l’HIV i dati sulla lotta alla malattia non lasciano dormire sonni tranquilli. L’Organizzazione mondiale della sanità, in collaborazione con il Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc), ha pubblicato il rapporto annuale sul volume di contagi in Europa rilevando che lo scorso anno nei 53 Paesi dell’area ci sono state 142 mila nuove infezioni. Di queste oltre 30 mila hanno riguardato gli Stati dell’Unione Europea.

Il numero riportato dell’Oms è il più alto da quando sono iniziate le rilevazioni. «Dal 2005 le nuove diagnosi sono più che raddoppiate in alcuni paesi Ue, e diminuite del 25% in altri» spiega Andrea Ammon, direttore dell’Ecdc che aggiunge: «Questo testimonia che la risposta al virus non è stata efficace nell’ultimo decennio». Dati poco incoraggianti anche per l’Italia. Se nel 2005 i contagi erano 1490, nel 2014 sono stati registrati 3695 nuovi casi. I numeri, seppur poco incoraggianti, sono in diminuzione rispetto al picco del 2012 quando vennero rilevati 4144 nuove infezioni.

Tra le pagine del rapporto si legge che rispetto a 10 anni fa sono aumentate le infezioni dovute a rapporti omosessuali, passate dal 30 al 42 per cento mentre quelle eterosessuali sono del 30 per cento. Rispetto agli anni a cavallo tra gli Ottanta e i Novanta, il periodo della grande diffusione dell’eroina, sono bassissimi invece i contagi dovuti all’utilizzo di siringhe infette, fermi al 4,1 per cento. I più colpiti rimangono gli uomini con un rapporto di 3,3 volte superiore alle donne. Altro dato significativo è che l’11% dei nuovi casi di Hiv avviene nella fascia tra i 15 e i 24 anni anche se la più colpita è quella tra i 30 e 39 anni. «L’Europa – conclude Ammon –  deve aumentare gli sforzi per raggiungere il gruppo degli omosessuali, anche valutando le nuove forme di intervento come la profilassi pre-esposizione».

Alberto Bellotto