Il 2015 può essere l’anno da cui ripartire, non solo per l’economia italiana, ma anche per i libri. Lo hanno mostrato i dati di Nielsen presentati il 15 maggio al Salone del Libro di Torino durante l’incontro “Il paesaggio dopo la tempesta, 7 parole per raccontare il 2015”. Nel caso dei libri però, il segno più non si legge ancora. Le vendite, rispetto al 2014, sono calate (-2,6%) ma non quanto l’anno prima. Il trend rimane in negativo, ma rallenta e, anzi, si dimezza. Se i libri possono sopravvivere il merito è soprattutto della saggistica per ragazzi, l’unico settore che vende ancora tanto insieme a quello della fiction. “Bisogna guardare i raggi di sole che ci sono. Mi rincuora il fatto che leggano di più i ragazzi che non gli ottantenni”, ha detto l’editore Stefano Mauri.

La rivincita è anche delle librerie indipendenti e del web, gli unici che possono dirsi usciti dalla crisi editoriale. Chi non può affermare altrettanto è la tradizionale grande distribuzione che vede un calo, oltre che nelle edizioni classiche, anche nei tascabili. Il formato che più convince è quello dell’ebook. Il fascino vintage della carta non riesce a contrastare l’avanzata del nuovo impero digitale. I lettori 2.0, nei primi mesi del 2015, sono infatti più che raddoppiati. E hanno una scelta vastissima, con 3mila nuovi titoli dall’inizio del nuovo anno.

Mercato editoriale 2015

 

Michela Rovelli e Federica Villa