Case popolari a Milano

Case popolari a Milano

A Milano ci sono quasi 70 mila abitazioni popolari in mano in parte all’Aler, l’azienda lombarda di edilizia residenziale, che ne detiene oltre 40 mila, e in parte a Metropolitana Milanese (MM), che dal 1 dicembre 2014 gestisce oltre 28 mila alloggi popolari per conto del Comune. Delle case che sono in mano a MM, circa 1.900 sono sfitte: dovrebbero essere ristrutturate e invece non lo sono perché ogni intervento di ristrutturazione costa in media 15 mila euro. A questo numero vanno aggiunte circa 750 abitazioni che necessitano di interventi e che ogni anno vengono liberate perché o muoiono gli inquilini o vengono trasferiti. MM dovrebbe quindi investire ulteriori risorse per sistemare le case.

«Secondo i nostri calcoli al momento servono almeno 100 milioni di euro per rimettere a posto gli stabili. L’abbiamo comunicato al Comune che deciderà come e quanto investire», ha spiegato a La Sestina Davide Corritore, presidente di MM. Soldi che servirebbero per la manutenzione straordinaria degli stabili per facciate, impianti, ascensori, balconi e tetti che si sommano a quelli per la manutenzione ordinaria. La prossima giunta comunale, quindi, dovrà affrontare questo impegno economico se vorrà dare una sistemazione completa alle 28 mila case popolari del Comune.

Tra molte difficoltà, MM sta cercando di risanare i caseggiati di Quarto Oggiaro, a Nord Ovest di Milano, considerato da sempre un quartiere popolare. Qui, infatti, quasi tutte le case popolari presenti sono del Comune e quindi rientrano nella gestione di MM. La Sestina ha intervistato Fabio Galesi, consigliere di zona del Partito Democratico, che per il suo impegno nei caseggiati popolari ha ricevuto più volte minacce e intimidazioni.

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Cosa pensano, però, delle case popolari i quattro candidati sindaci? Giuseppe Sala, candidato del centrosinistra, ha detto a La Sestina che proporrà «un investimento straordinario per riqualificare l’edilizia  popolare del patrimonio del Comune di Milano che preveda la ristrutturazione e la riqualificazione anche impiantistica degli edifici che da troppo tempo non sono oggetto di manutenzione a cominciare dalla necessità di un adeguamento delle caldaie».

Corrado Passera, candidato indipendente, in una intervista ad Avvenire del 3 aprile scorso ha detto che «a Milano bisogna investire nelle case popolari» perché, come aveva detto il giorno prima in un’altra intervista al Sole 24 Ore, «sono una vergogna della città». Per Stefano Parisi, del centrodestra, «il problema delle occupazioni è grave ed è stato lasciato andare dall’amministrazione. Spesso gli occupanti sono difesi dai centri sociali che bloccano le azioni della polizia, e questi centri sociali, coperti dalla sinistra, sono i veri responsabili del disagio sociale delle nostre famiglie».

Infine, Gianluca Corrado, candidato del Movimento Cinque Stelle, intervistato da Affari Italiani, ha parlato in un senso più ampio di patrimonio immobiliare a Milano, accusando una «gestione lacunosa. Negli ultimi cinque anni sono stati 204 i milioni di euro di mancati introiti relativi alla conduzione di immobili: il 60-70 per cento sono relativi a case popolari, dove bisogna capire i motivi, per esempio se si tratta di poveri indigenti che non sanno come pagare l’affitto oppure di furbetti. Il restante 30-40 per cento riguarda invece stabili commerciali. Ci sono famosi e rinomati ristoranti che non pagano l’affitto e che magari hanno oltre 100 mila euro di scoperto».

Simone Gorla 

Chiara Baldi