maurizio lupiIl giorno dopo la Tangentopoli delle grandi opere, il ministro Maurizio Lupi è sempre più nell’occhio del ciclone. Tra le opposizioni che gli chiedono chiarimenti e dimissioni e una polemica a distanza tra i magistrati e il Governo.

“Venga in Parlamento a riferire”, la richiesta del capogruppo di Sel a Montecitorio, Arturo Scotto. “Lupi non si nasconda”, aggiunge e chiede l’approvazione in Parlamento “di una commissione d’inchiesta”. Ancora più severa la reazione dei Cinque Stelle, secondo cui il titolare delle Infrastrutture si dovrebbe dimettere. Lupi però nega ogni possibile passo indietro e respinge ogni addebito. Il ministro, che al momento non sarebbe indagato dalla Procura di Firenze, è però più volte chiamato in causa nell’inchiesta che ha portato all’arresto del superdirigente dei Lavori Pubblici, Ercole Incalza e di altre tre persone. Tra gli atti dell’indagine, spuntano infatti anche i regali ricevuti da imprenditori vicini ad Incalza e soprattutto l’incarico dato attraverso questo giro al figlio Luca. Il sospetto degli inquirenti è che possano essere la risposta a favori ricevuti dallo stesso ministro.

Ma c’è un altro fronte politico che si apre, all’indomani dell’ultima operazione anticorruzione. Ed è l’ennesimo scontro tra i magistrati e il Governo. «Uno Stato che funzioni dovrebbe prendere a schiaffi i corrotti e accarezzare chi esercita il controllo di legalità. Ma in Italia è accaduto il contrario: i magistrati sono stati virtualmente schiaffeggiati e i corrotti accarezzati». Usa parole dure Questo il presidente dell’Anm, Rodolfo Sabelli, davanti alle telecamere di Unomattina. Secondo Sabelli, sin dagli anni Novanta con Tangentopoli si sarebbero favoriti i corrotti sino ad arrivare nel 2002 alla depenalizzazione del falso in bilancio e nel 2005 alla riduzione della prescrizione.

Immediata la risposta del presidente del Consiglio Matteo Renzi: «E’ una frase falsa, ingiusta, fa male ma non per il governo di turno, per l’idea stessa delle istituzioni», replica il presidente del Consiglio. Che poi su twitter elenca i provvedimenti dell’Esecutivo in materia di Giustizia: “Proposte del Governo: prescrizione raddoppiata e pene aumentate contro la corruzione”. Ma il ddl, atteso martedì in aula, slitta ancora: scadono infatti mercoledì i termini per la presentazione degli emendamenti. E il Movimento di Beppe Grillo ne invoca l'”immediata approvazione”.

Flavio Bianco