Il 2015 è dietro l’angolo. Quando mancano meno di 500 giorni all’apertura dei cancelli dell’Esposizione Universale che coinvolgerà Milano dal primo maggio al 31 ottobre 2015, un interrogativo sembra ancora non aver trovato risposta. Come sarà la Milano del dopo Expo? Quando la maggior parte dei padiglioni verrà smantellata, cosa rimarrà dell’area di un milione di metri quadrati di Rho-Fiera?

La Camera di commercio di Milano, elaborando i dati dell’Associazione per le previsioni econometriche Prometeia (ottobre 2013), ha illustrato le previsioni per il periodo 2012-2016. Stimando un aumento complessivo del valore aggiunto – ossia della differenza fra il valore della produzione di beni e servizi e i costi sostenuti da parte delle singole unità produttive – dello 0,8 per cento. Il settore dei servizi crescerà dell’1,1 per cento, mentre il reddito pro capite disponibile del 2,4 per cento. Per quanto riguarda l’interscambio estero tra il 2012 e il 2016 la crescita stimata dell’export si colloca a più 4,3 per cento, mentre le importazioni rivelano un aumento medio nel periodo del 2,6 per cento.

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I numeri di Expo – Cifre record quelle di Expo 2015 (vedi il grafico sotto). Sono già 141 i Paesi che hanno firmato la partecipazione all’evento. “Siamo andati oltre ogni aspettativa”, ha detto Giuseppe Sala, commissario unico delegato del governo per Expo Milano 2015. Altro dato importante, quello dei padiglioni che saranno 60 (un numero superiore anche all’edizione 2010 di Shanghai, che si era fermata a 42). E, allo stesso tempo, fioccano le domande di lavoro: sul sito, alla sezione “Lavora con noi”, sono già arrivate 100 mila candidature da tutta Italia.

Silvia Morosi

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