Sgomberi via  Ravenna

Un’immagine dei cassonetti incendiati dai manifestanti che protestavano per lo sgombero dei centri sociali di zona Corvetto (Ansa)

Fiamme, cassonetti rovesciati e fumo. A bruciare oggi in via Ravenna, zona Corvetto, è soprattutto la rabbia dei centri sociali, “Corvaccio squat” e “Rosa Nera”. Una protesta infiammata dalla decisione del Comune di sgomberare due edifici pubblici del quartiere, occupati ormai da tempo. Lo sgombero è iniziato alle sette di martedì 18 novembre. E la reazione contro i poliziotti è stata immediata.

Alla carica delle forze dell’ordine e al lancio di fumogeni, un centinaio di antagonisti ha risposto tirando pietre, bottiglie e incendiando cassonetti. Una vera guerriglia urbana con barricate incendiate e strade bloccate al traffico dove, contro la  polizia, si sono scagliati  anche gli occupanti abusivi degli alloggi Aler del quartiere. “Occupiamo per vivere” il grido più frequente.

Durante gli scontri, tre giovani sono saliti sul tetto dello stabile del Corvaccio, per inveire dall’alto contro la polizia in tenuta antisommossa e provare a bloccare di fatto lo sgombero dell’edificio. Risolta invece la situazione per lo stabile del centro Rosa Nera, messo in sicurezza intorno alle 10.30 dalla polizia. A lungo un elicottero ha sorvolato la zona, mentre gli antagonisti organizzavano un sit in piazza Angilberto II e bloccavano la circolazione.

È uno dei primi atti della nuova task force della Prefettura contro le occupazioni abusive, diventate un problema sociale in più di una zona della periferia milanese. Dopo gli scontri in zona San Siro e Giambellino, la tensione in città cresce. E alla parola sgombero sembra sempre più facile associare quella di violenza.

Diana Francesca Cavalcoli