Sono 48 ore importanti, non ancora decisive, quelle che dovrà affrontare l’Ucraina. Ieri, 30 novembre, si sono tenuti i colloqui in Florida tra la delegazione degli Stati Uniti e quella ucraina con esito tiepido in favore di Kiev. Oggi, l’incontro del presidente ucraino Zelensky con l’omologo francese Emmanuel Macron. Domani, si alzerà la posta con il viaggio a Mosca del tuttofare trumpiano per le crisi nel mondo, Steve Witkoff. Nessuno, in Ucraina o altrove, si aspetta un cessate il fuoco da mercoledì. L’attesa è però tutta per capire quale sarà l’esito del piano in 28 punti annunciato la settimana scorsa dall’amministrazione Trump.

Ucraini in Florida – La maratona per tentare di porre fine al conflitto ha battuto un colpo ieri, dall’esclusivo Shell Bay Golf Club di Witkoff. Tra campi floridiani con l’erba bassa e i bunker di sabbia si sono incontrati le delegazioni ucraina e americana: l’obiettivo è decidere quale piano presentare a Mosca. «Gli Stati Uniti ci ascoltano, gli Stati Uniti ci sostengono, gli Stati Uniti camminano al nostro fianco», aveva affermato speranzoso Rustem Umerov, il rappresentante principale per la fazione di Kiev, prima della riunione tra le parti. All’uscita però i toni sono stati diversi. Il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha regalato ai cronisti solo un «c’è ancora molto da fare». Dal meeting sono uscite poche indiscrezioni segno dell’importanza del momento. Solo il sito web americano Axios si è sbilanciato, forte del dialogo con alcuni funzionari ucraini. «I negoziati tra Stati Uniti e Ucraina si sono concentrati sulla definizione del confine di fatto con la Russia» hanno affermato i diplomatici. Il dialogo è stato definito «difficile» e «intenso», ma «produttivo» (parola magica della diplomazia per non dire “è andato male o malino”). A seguire quello che dice Axios tutto ruota intorno alla cessione dei territori del Donbass non ancora conquistati dalla Russia. A quanto si apprende gli Stati Uniti avrebbero cercato di convincere Umerov e colleghi della necessità di cedere su questo punto. I sodali di Zelensky non sono indietreggiati di molto. Il presidente russo Vladimir Putin osserva a distanza con attenzione.

Americani a Mosca – Dopo l’incontro americano la palla passa nelle mani della Russia. A consegnare il piano a Putin, domani, ci saranno il genero di Trump Jared Kushner e l’onnipresente Steve Witkoff. Quest’ultimo non gode di buona fama a Kyiv dopo le indiscrezioni di Bloomberg sulla telefonata un po’ troppo accondiscendente con il diplomatico russo Jurij Ushakov. Il ruolo dell’immobiliarista newyorkese sta diventando centrale nelle trattative e proprio per questo Umerov ci ha tenuto a condurre un faccia a faccia solo con lui. Shell Bay ieri e Ginevra la settimana scorsa, sono stati incontri “produttivi” ma preparatori. Per avere una pace al tavolo deve sedersi anche Mosca. Proprio per questo il momento centrale sarà l’incontro di domani tra Witkoff e Putin, da lì arriveranno le prime risposte sul possibile accordo.

Zelensky a Parigi – Se il rapporto tra Ucraina e Stati Uniti rimane essenziale ma freddo, tra Europa e Kiev è da tempo luna di miele. In giornata Zelensky è volato a Parigi da Macron per il decimo incontro da quando è iniziato il conflitto. Il faccia a faccia avviene solo 13 giorni dopo la firma dell’accordo sull’approvvigionamento di armi francesi per rafforzare l’aviazione dell’Ucraina. Il tema principale questa volta saranno i 185 miliardi di euro russi congelati in Belgio, essenziali per le casse statali ucraine. Ad ostacolare lo scongelamento si è messo di traverso il primo ministro belga Bart De Wever. In una lettera aperta alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, De Wever ha confermato le sue riserve, impaurito dalle ripercussioni legali di Mosca. Il tema è da decidere in seno all’Unione europea e da raggiungere entro il 18 dicembre, quando i 27 leader si riuniranno a Bruxelles per il Consiglio europeo. Emanuel Macron avrà il compito di mettere una buona parola in favore di Kiev.