Natale e Capodanno all’interno dei propri comuni. La riunione del Consiglio dei Ministri si è conclusa nella notte tra il 2 e il 3 dicembre e ha confermato la stretta del governo sulle misure anti-Covid per le festività. Giuseppe Conte firmerà entro giovedì sera il nuovo decreto, che rimarrà in vigore per i prossimi cinquanta giorni.
Spostamenti – Vietati gli spostamenti anche tra zone gialle. Il Cdm (Consiglio dei Ministri ) ha optato per il blocco tra le regioni dal 21 dicembre al 6 gennaio. Gli italiani non potranno raggiungere le seconde case, mentre è ancora in discussione la possibilità del ricongiungimento con un genitore che viva da solo. Le limitazioni saranno maggiori sia il 25 e il 26 dicembre sia il 1º gennaio, giorni in cui non sarà consentito lo spostamento nemmeno fuori dal proprio Comune di residenza.
Le feste – La raccomandazione del governo e degli scienziati è di organizzare pranzi e cene solo con conviventi e parenti stretti, mantenendo sempre la distanza di sicurezza e indossando la mascherina quando non si mangia. Si discute anche dell’ipotesi di inserire nel nuovo Dpcm la soglia massima di dieci persone sedute a tavola, ma sempre sotto forma di raccomandazione. Il consiglio rimane quello di tutelare le persone anziane e fragili.
Il 25, il 26 e il 31 dicembre i ristoranti nelle zone gialle potranno aprire solo per pranzo e la messa di Natale potrà essere celebrata nel rispetto del coprifuoco, che rimane a partire dalle 22. La Conferenza episcopale ha raccomandato inoltre che le diocesi organizzino le funzioni durante tutta la giornata, in modo da evitare l’assembramento dei fedeli. La sera di Capodanno gli alberghi potranno rimanere aperti, ma rimarranno chiusi i ristoranti interni, così da evitare che gli ospiti prenotino le camere per poi festeggiare in gruppo dentro gli hotel. Nessun divieto invece per quanto riguarda il servizio in camera.
Coprifuoco – Niente brindisi di mezzanotte in piazza, il rientro presso il proprio domicilio è previsto non oltre le 22, anche a Capodanno e a Natale. Resta il divieto di assembramenti e sarà inoltre facoltà dei sindaci chiudere o limitare l’ingresso nelle zone delle città più a rischio di affollamento.
Lo sci – Gli impianti restano chiusi fino al 7 di gennaio. Il governo non fa marcia in dietro e respinge le richieste degli operatori del settore che avevano proposto di limitare la capienza delle seggiovie al 50 per cento, l’uso indiscriminato della mascherina e il rispetto della distanza di sicurezza nelle file. Niente vacanze sulla neve, ma è una scelta che riguarda i singoli Stati, come specifica l’Unione Europea, con la quale l’Italia sta cercando un coordinamento comune a tutta l’Europa.
La scuola – Elementari e medie proseguono in presenza, mentre rimane in discussione la riapertura graduale delle superiori. L’ipotesi più probabile resta comunque quella che gli studenti ricomincino in presenza da lunedì 11 gennaio, ma la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina appare fiduciosa «ci saranno misure per un graduale rientro a scuola».
Negozi – Via libera allo shopping, ma fino alle 21, nelle zone gialle e arancioni. La decisione di allungare l’orario di apertura ha l’obiettivo di evitare l’affollamento negli esercizi commerciali e nelle vie. Rimane in discussione l’apertura delle attività rimaste chiuse fino ad ora nelle zone rosse.
Le reazioni – Nonostante la maggioranza del Cdm si sia schierata a favore del nuovo Dpcm, le tensioni non sono di certo mancate. Il presidente dei senatori del Partito Democratico Andrea Marcucci, spalleggiato da Italia Viva, ha espresso forte perplessità sul divieto del ricongiungimento familiare e dello spostamento verso le seconde case. Dura la reazione via social del governatore della Liguria Giovanni Toti, che in merito alla chiusura dei Comuni ha scritto «Non c’è buonsenso ma non-senso».
I dati – Intanto continua a calare il rapporto tra casi positivi e tamponi effettuati, passato dal 10,6 per cento di martedì al 10 per cento del 2 dicembre. I contagi sono stati maggiori, a fronte però di un numero di test più elevato: +20.709 su 207.143 tamponi, contro i 19.350 su 182.100 tamponi del 1º dicembre. Minore anche il numero dei decessi che tuttavia resta alto: 684 vittime, più di un centinaio in meno rispetto alle 785 di martedì. «Il prossimo monitoraggio dovrebbe confermare la discesa dell’Rt, che è passato in 4 settimane da 1,7 a 1,4 a 1,2 a 1,08», ha dichiarato il ministro della Salute Roberto Speranza, che aggiunge: «Sono fiducioso che possa scendere sotto 1 a breve».