«Quando leggo la rassegna stampa mi rendo conto che ho litigato con un ministro, imbavagliato un ministro, a tratti frustato un ministro. Ma io vedo un clima completamente diverso».  Ancora una volta la presidente del consiglio Giorgia Meloni ha negato ogni screzio all’interno della sua maggioranza. L’occasione per ribadire l’unità del centrodestra è stata la chiusura della campagna elettorale di Attilio Fontana, presidente della Lombardia in cerca della riconferma nelle urne di domenica 12 e lunedì 13.  All’evento, organizzato al teatro Dal Verme di Milano nella serata di martedì 7 febbraio 2023, hanno partecipato anche il segretario della Lega Matteo Salvini, il fondatore di Forza Italia Silvio Berlusconi e il leader di Noi moderati Maurizio Lupi. Molti i temi di rilevanza nazionale affrontati sul palco, tra cui l’autonomia differenziata, il reddito di cittadinanza e la risposta dello Stato alla mafia.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni al teatro Dal Verme di Milano (foto di Marta Di Donfrancesco)

Il buon governo – Oltre che per garantire che l’armonia regna all’interno della coalizione, il centrodestra si è presentato a Milano per rivendicare i risultati di quasi 30 anni di amministrazione al Pirellone e di tre mesi a Palazzo Chigi. «Se in Lombardia da 28 anni governa il centrodestra e la Regione va più veloce delle altre, un motivo ci sarà. Il centrodestra governa bene», ha dichiarato Fontana. «Stiamo governando con coesione, compattezza e consapevolezza», ha confermato Meloni. «Avevamo un programma comune e, a differenza degli altri, quando andiamo al governo ci andiamo per realizzare quel programma. Nei primi cento giorni abbiamo fatto più di cento iniziative». La presidente ha rivendicato in particolare le misure contro il caro bollette e la battaglia per il tetto al prezzo del gas. In più, ha rilanciato il progetto di rendere l’Italia «la porta di approvvigionamento energetico di tutta Europa».

Autonomia: per Meloni si basa sul merito – La riforma cara alla Lega, che il 2 febbraio ha ottenuto un primo via libera in Consiglio dei ministri, per Meloni non consiste nel dare di più ad alcune regioni e meno ad altre, ma è una questione di merito: «Se tu, regione, gestisci bene le tue risorse, io prenderò in considerazione l’ipotesi di farti gestire altre materie. Lo voglio dire a quei governatori che si lamentano e poi scopri che non hanno speso il 70% dei fondi europei che avevano a disposizione». Sul concetto di merito la premier ha criticato duramente anche la sinistra: «Loro sono sempre stati convinti che il merito fosse nemico dell’uguaglianza, ma uguaglianza e merito camminano insieme, sono l’una il presupposto dell’altro».

Reddito di cittadinanza: no all’assistenzialismo –  «Uno Stato giusto deve distinguere chi non è in condizione di lavorare, e quelle persone vanno sostenute, (da chi è in grado di lavorare, ndr)». Giorgia Meloni ha confermato la linea del governo, che con la sua prima legge di bilancio ha ridotto a sette mesi la durata del sussidio per gli “occupabili“: per loro «la risposta non è l’assistenzialismo ma il lavoro». Sulla stessa lunghezza d’onda il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini: «Se rifiuti di andare a lavorare, ritengo giusto che tu non prenda più un euro di reddito di cittadinanza».

Il presidente della Lombardia Attilio Fontana e il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini (foto di Marta Di Donfrancesco)

«Uno Stato serio non arretra» – Nessuna trattativa con gli anarchici. Il riferimento è al caso di Alfredo Cospito, l’anarchico al 41 bis in sciopero della fame da più di cento giorni. Su questo la presidente del Consiglio è stata chiara: «Uno Stato serio non arretra, fa rispettare le regole». Dunque, pugno duro contro il terrorismo e la mafia: «Non so se sia mai esistita una trattativa Stato-mafia, credo di no, ma il primo provvedimento di questo governo è stato per salvare il carcere ostativo. Il messaggio che abbiamo dato è che la mafia non poteva trattare con noi, come non possono trattare gli anarchici».

Il governo e la Lombardia – Giorgia Meloni ha precisato che non c’è disattenzione dell’esecutivo nei confronti della Lombardia. Per dimostrarlo ha elencato alcuni provvedimenti presi dal governo che, secondo lei, vanno incontro proprio alle esigenze di un contesto come quello lombardo, a partire dalla tassa piatta per le partite IVA fino a 85mila euro. Il destinatario della precisazione con ogni probabilità era, anche se non citato, il sindaco di Milano Beppe Sala che il 6 febbraio, a 24 ore dall’evento del centrodestra, si era espresso in questi termini: «C’è (da parte del governo, ndr) un disinteresse che non comprendo nei confronti della città».