guida aifaSieri dell’eterna giovinezza, salvifiche vitamine, diluizioni di secrezioni animali. E poi arriva il metodo Stamina, tra detrattori e sostenitori. Molti i legittimi dubbi, ma per il momento l’unica triste certezza è che i pro-stamina abbiano minacciato di morte il ministro della salute Lorenzin. E la pubblicazione dell’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco), che di fronte al proliferare di “cure miracolose” ha proposto una guida per i pazienti dal titolo provocatorio: “Non ho nulla da perdere a provarlo”.

I greci la chiamavano panacea. Rimedi dalle virtù magiche, via sicura per condurre il malato alla guarigione.

Già, perché è quello che spesso fanno credere a chi sta male i pifferai magici della ricerca scientifica. Il metodo non è sempre così necessario. E magari nella presentazione della sedicente cura basta metterci la parola, “metodo”, per sfruttare la vulnerabilità di chi vive una malattia. L’accesso open source alle informazioni scientifiche o pseudo tali aumenta i rischi di cure fai date te. E la speranza delle persone su metodi discutibili, se non apertamente inefficaci o pericolosi.

Come il Metodo Di Bella, trattamento alternativo dei tumori basato su un cocktail di farmaci, ormoni e vitamine. Nonostante la bocciatura del Ministero della Salute e del Consiglio Superiore di Sanità c’è ancora chi ne rivendica le potenzialità terapeutiche. Dopo 15 anni dal no delle istituzioni alla tecnica del professore di Modena, attraverso il sito, e persino sui social network come facebook, i “dibelliani” inneggiano alla teoria del complotto mantenendo vive le false speranze e promettendo che dal cancro si può guarire in modo alternativo.

Stesso problema per il “veleno dello scorpione azzurro, falso anticancro prodotto a Cuba, alle cronache nell’ottobre 2010 dopo che la trasmissione televisiva “Le Iene” ne aveva presentato al grande pubblico le presunte proprietà terapeutiche. Grazie al web e ai “viaggi della speranza” in Albania, il Vidatox è diventato un altro siero miracoloso per migliaia di italiani.

Così anche le iniezioni di cellule staminali applicate da Davide Vannoni fanno discutere nel mondo scientifico e in Parlamento. Nel manuale di orientamento alle bufale mediche dell’Aifa “Stamina” non compare mai, ma si parla di staminali nella sezione su come valutare i rischi per la salute. Una dichiarazione del prof. Robin Lovell Badge, capo della divisione di Biologia delle Cellule Staminali e Genetica Evolutiva al National Institute for Medical Reasearch di Londra, richiama alla prudenza e al rigore che sembra mancare in Italia: «Le terapie a base di cellule staminali sono ancora a uno stadio iniziale della ricerca per molte patologie. Il Regno Unito è in prima linea e ci sono ragioni per essere ottimisti, ma realisticamente occorreranno molti anni affinché sia provata l’utilità e la sicurezza dei nuovi trattamenti».

La stessa posizione dei quattro scienziati Silvio Garattini e Giuseppe Remuzzi dell’Istituto Mario Negri, Gianluca Vago, rettore dell’università Statale di Milano e Alberto Zangrillo, primario di anestesia al San Raffaele di Milano, che chiedono di mettere fine alla “tragica farsa di Stamina”. «Anche se la ricerca in Italia è spesso umiliata, non va dimenticato che tutti gli esperti nazionali e internazionali hanno bocciato la somministrazione del prodotto Stamina».

Silvia Ricciardi