Il costo delle infrastrutture finanziate dal Pnrr e dal Pnc (Piano nazionale complementare) continua a lievitare. 132,5 miliardi di euro era la somma raggiunta al 31 dicembre 2022 dalle grandi opere, tenendo conto dei lavori in fase di progettazione, in corso e in gara. È questo il quadro descritto dal report “Stato di attuazione delle infrastrutture prioritarie”, presentato dalla commissione Ambiente della Camera il 12 aprile.

Costi in aumento – Rispetto al 31 maggio 2022, a fine anno i costi delle infrastrutture erano aumentati del 5,7%, una variazione equivalente a 7,2 miliardi. Secondo il report, le variabili che hanno influito sono tre, tutte legate alla guerra in Ucraina: il rincaro dei prezzi dei materiali di costruzione, dei carburanti e dell’energia. Ad allarmare è però la differenza tra la somma attuale e la copertura finanziaria al momento raggiunta dallo Stato: su 132,5 miliardi, le risorse disponibili, pubbliche per il 97%, riuscirebbero a coprire solo il 77% del totale, 102,3 miliardi di euro. Inoltre, tra le opere finanziate, il report registra una differenza rilevante tra infrastrutture commissariate e non: delle prime, dal costo di 60,6 miliardi, la copertura è pari al 91%; per le seconde, di 71,9 miliardi, la disponibilità finanziaria scende al 66%.

La crescita delle tariffe – A seguito dell’aggiornamento dei prezzi delle tariffe, le infrastrutture poste a finanziamento dal Pnrr costano il 26% in più. L’aumento si basa sui contributi concessi dallo Stato alle imprese, attraverso il Fondo per l’avvio delle opere indifferibili, per il rincaro delle materie prime. Il fondo, all’interno del cosiddetto Decreto Aiuti, prevede un adeguamento dei prezzi dei materiali contrattati su base d’asta. A un primo stanziamento di 7,5 miliardi, il decreto-legge del 9 agosto 2022 ne aveva aggiunti altri 1,3 per il periodo che andava dal 2022 al 2027.
Le opere che hanno visto un maggiore aumento dei prezzi sono: le infrastrutture idriche (+31%, da 886 milioni a 1,1 miliardi di euro); le ferrovie (+26%, da 16 miliardi a 20,2 miliardi di euro); i porti e gli interporti (+25,2%, da 311 milioni a 390 milioni di euro).

Il Centro-Nord più avanti – Su 132,5 miliardi di euro i costi si dividono in maniera diversa: il 58% riguarda lavori in fase di progettazione (a maggio 2022 erano oltre il 70%); il 20% fanno riferimento a lavori in corso; il 14% riguardano lavori in gara (di cui 8,2 miliardi per l’alta velocità sulla Salerno-Reggio Calabria). Invece, se si tiene conto della distribuzione regionale, il Centro-Nord è più avanti nella realizzazione delle infrastrutture con una quota finanziata pari al 36% sul totale contro il 16% del Sud. Inoltre nel Mezzogiorno il dato comprende anche lavori contrattualizzati ma non iniziati e il 60% delle opere risulta in progettazione.