Il sindaco di Terni Leopoldo di Girolamo ferito alla testa

«Non doveva accadere quello che è accaduto». Queste le parole del sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, all’indomani degli scontri tra polizia e operai dell’acciaieria Ast, del 5 giugno. Una manifestazione pacifica, quella dei lavoratori ternani, che erano partiti in corteo spaventati dal rischio della cassa integrazione. Erano in agitazione già da mesi, ma l’annuncio dell’Outokumpu – la multinazionale finlandese proprietaria della Ast – ha scatenato la protesta.

La società aveva parlato di una «possibile fermata dello stabilimento». Gli operai, circa 500, hanno raggiunto la Prefettura della città e di lì hanno deciso di proseguire fino alla stazione, con l’intenzione di occuparla. È stato allora che la polizia è intervenuta con delle cariche. Negli scontri è rimasto coinvolto proprio il sindaco Di Girolamo, ferito alla testa e poi trasportato in ospedale. «C’era un corteo pacifico, i lavoratori manifestavano per il proprio lavoro. Non si può pensare di trattarli come una questione di ordine pubblico», ha commentato il sindaco.

La polizia ha fatto sapere che a colpire Di Girolamo è stato un ombrello e non un manganello delle forze dell’ordine. Il presunto responsabile è stato già individuato: si tratterebbe di un operaio di 36 anni, di Narni. L’uomo, però, ha tentato di discolparsi: «Sono io quello che nel video brandisce l’ombrello», ha spiegato, «ma non è assolutamente certo che abbia colpito il sindaco». Sul punto Di Girolamo taglia corto: «ombrellata o manganellata, la questione è politica», ha detto in un’intervista al Corriere della Sera.

Che la questione, almeno in parte, sia politica, lo sa bene il nuovo capo della polizia Alessandro Pansa, chiamato ora a gestire la prima difficoltà. «È stata disposta un’ispezione interna», ha fatto sapere Filippo Bubbico, viceministro dell’Interno. «Se e quando si verificano errori, vanno individuate chiaramente le responsabilità».

Giulia Carrarini