«La nostra nazionale si presenterà agli Europei 2020 con una divisa speciale». Così il presidente della Federcalcio ucraina Andriy Pavelko ha presentato la nuova maglia della squadra giallo-blu. Sulla parte anteriore, una decorazione in rilievo della mappa del Paese, con anche la Crimea – penisola annessa dalla Russia nel 2014 – e le regioni del Donetsk e del Lugansk, controllate dai separatisti filo-russi. All’esterno e all’interno del colletto, gli slogan «Gloria all’Ucraina!» e «Gloria agli eroi» che ricordano i canti patriottici utilizzati durante le proteste popolari che portarono all’allontanamento del presidente ucraino filo-russo Viktor Yanukovych. Per il parlamentare russo Dmitry Svishchev si tratta di una «provocazione politica».

La sagoma con la Crimea – A pochi giorni dall’inizio dei Campionati Europei (11 giugno), scoppia il caso tra Ucraina e Russia. La nuova maglia della Nazionale ucraina è stata presentata domenica sera e ha subito suscitato la rabbia e l’indignazione russa. Per la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, si tratta di «propaganda»: la mappa, ha aggiunto, «ha attaccato il territorio dell’Ucraina alla Crimea russa», creando «l’illusione dell’impossibile» come nella tecnica artistica del trompe l’oeil. Zakharova, in alcuni messaggi sulla piattaforma Telegram, ha poi criticato gli slogan presenti sulla maglietta, sostenendo che durante la Seconda guerra mondiale fossero usati dai nazionalisti ucraini associati alla Germania nazista. Nessun commento invece dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov che ha rinviato ogni decisione all’esecutivo della Uefa. Il post pubblicato dal presidente della federcalcio ucraina Pavelko mostra l’intero kit, tra divise principale e sostitutiva, oltre a un video con la consegna della nuova divisa all’allenatore della squadra, ex campione del Milan, Andriy Shevchenko. «Crediamo che il disegno della forma dell’Ucraina darà forza ai giocatori perché lotteranno per tutto il Paese», ha sottolineato Pavelko, «tutta l’Ucraina, da Sebastopoli e Simferopol a Kiev, da Donetsk e Lugansk a Uzhgorod li sosterrà in ogni partita».

Territorio conteso – Da territorio donato nel 1954 dal leader sovietico Nikita Krusciov, nato in Ucraina, alla sua Repubblica natale a terreno di scontro politico e ideologico. La Crimea, penisola affacciata sul Mar Nero di grande rilevanza strategica – con la grande base navale di Sebastopoli e vicina a giacimenti di carbone, ferro e gas naturale – ha costituito dopo la caduta dell’URSS il maggior punto di frizione territoriale tra Russia e Ucraina. Nel 1995 la Repubblica autonoma di Crimea viene riconosciuta come appartenente all’Ucraina. Poi nel 2014, la svolta: Mosca la invade militarmente e con un referendum contestato dall’Ucraina e dalla comunità internazionale, la annette come Repubblica di Crimea. Da qui lo scontro per la legittimazione del territorio, con una “guerra” tra il governo di Kiev e i separatisti sostenuti da Vladimir Puitin. Ad aprile 2021 secondo il governo ucraino l’esercito russo aveva ammassato circa 100mila soldati in varie zone non lontane dal confine, poi ritirate, azione che aveva fatto temere una nuova escalation. Un gioco di equilibri, in uno scontro per ora senza fine.