Dolce, un po’ pepato, sicuramente discusso. Ecco il gelato dell’estate milanese, protagonista di una breve ma intensa polemica. Dopo l’ordinanza che ne vietava il consumo per strada oltre la mezzanotte, Palazzo Marino ha fatto un passo indietro: «Io amo il gelato alla follia. E quando si ama, si ama sia di giorno che di notte». Il sindaco Giuliano Pisapia ha voluto rassicurare i cittadini più golosi: «C’è stato un problema di interpretazione», ha spiegato, «ma la delibera, adesso, è stata già rivista e i milanesi possono gustare il loro cono ovunque e a qualsiasi ora».

All’origine della vicenda, un’ordinanza del Comune che vietava il consumo di gelato – per strada e di notte – nelle quattro zone della movida meneghina: Ticinese, Navigli, corso Como e Arco della Pace. Di qui un’iniziativa subito denominata “Occupy gelato”, un sit-in organizzato di fronte alla gelateria Grom di Porta Ticinese, nella serata di lunedì 10 giugno. Mentre i manifestanti rispondevano al veto consumando coni e coppette en plein air, Pisapia, però, già lavorava a una nuova delibera: nessun tetto orario, se non quello previsto dalla legge regionale 8/2009, che fissa la chiusura delle attività artigianali (kebab, pizza e gelati) per l’una di notte. La firma ancora non c’è, ma l’accordo, ormai, sembra raggiunto.

Definita da più parti «una figuraccia», la delibera di Palazzo Marino si è fatta facile preda di strumentalizzazioni. A protestare davanti a Grom, sono arrivati molti esponenti del partito Fratelli d’Italia. Tra questi, anche Ignazio La Russa, protagonista di un acceso diverbio con il titolare di un locale accanto alla gelateria: «Andate via!», ha urlato l’uomo, «Dove eravate quando c’era bisogno?». Nel frattempo, è apparso su Twitter l’hashtag razzista #PiùGromMenoRom, dal quale il marchio ha preso le distanze.

Dopo il mea culpa del Comune, la situazione, adesso, sembrerebbe rientrata. Per il via libera all’asporto notturno di gelato, pizza e kebab manca, ora, soltanto una firma.

Giulia Carrarini