«Invece di passare il tempo a inventare ragioni per fare scioperi, io mi preoccupo di creare posti di lavoro». Matteo Renzi torna ad attaccare i sindacati. Dopo l’annuncio dello sciopero generale del prossimo 12 dicembre da parte di Cgil e Uil, Renzi parla della legge di stabilità e della legge delega sul Jobs Act in un’intervista a Rtl 102.5. Non esistono, secondo il capo del governo, le motivazioni per protestare. E Susanna Camusso e Luigi Angeletti sarebbero colpevoli di strumentalizzare il dibattito mentre il governo è impegnato a risolvere il problema della disoccupazione. «Ci sono stati più scioperi in queste settimane che contro tutti gli altri governi», aggiunge Renzi. Che ribadisce:«Io non posso permettermi la protesta. Io sono quello che ci prova».
In termini simili si è espresso il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, che ha difeso il Jobs Act: «Se fare una riforma di sinistra significa fare tutto ciò che utile per chi è debole, allora il Jobs Act è una riforma di sinistra». I contenuti delle nuove norme, secondo il ministro, non giustificano la protesta.
Dopo l’approvazione dell’emendamento del governo, il Jobs Act arriverà alla Camera il 26 novembre per il voto finale. Renzi si è detto pronto a porre la questione di fiducia anche se confida di poterne fare a meno. Sul profilo twitter del premier compaiono anche parole a difesa del diritto costituzionale di sciopero. Il premier, però, è deciso a continuare sulla strada del cambiamento nonostante la voce della piazza che arriverà al 12 dicembre senza la Cisl. Anna Maria Furlan ha comunicato la scelta del suo sindacato di non aderire allo sciopero.
Lara Martino