È tempo di campagna elettorale e Mario Monti, a un mese dal voto, si concentra sulla politica italiana anche a Davos, dove in questi giorni si tiene il Forum Economico Mondiale. Uno dei nodi delle elezioni, sostiene il premier, è “quale configurazione politica è più in linea con la necessità di continuare le riforme strutturali. Bisogna trovare un’unione delle forze per fare di più: le riforme più difficili che si dovranno fare richiederanno coalizioni più ampie. A beneficiarne sarebbero i disoccupati e soprattutto i giovani”. A tal proposito, il Professore ha indicato come affrontare il tema della disoccupazione giovanile: “Bisogna adottare specifiche misure. Il governo che sta uscendo ha già iniziato in questo senso, con la riduzione di tasse per le società che assumono. Molto di più si potrà fare nella prospettiva di cinque anni e con una situazione finanziaria più forte”.

Monti non risparmia punzecchiature per spiegare perché alcune delle riforme del suo governo non abbiano avuto l’accelerata sperata. Prima un attacco alla Cgil: “La nostra riforma del lavoro non è andata avanti abbastanza per colpa di un sindacato che ha resistito decisamente al cambiamento. Quando è stato invitato a unirsi agli altri ha fatto resistenza e non ha firmato un accordo che tutti gli altri avevano fatto”. Poi al Pdl: “Ha frenato le norme anti-corruzione”.

Infine, una battuta sul bilancio dell’UE: “L’Europa deve essere lungimirante sugli investimenti in reti e infrastrutture ora che, fra due settimane, dovrà affrontare il tema del bilancio europeo, del quale l’Italia è il terzo contributore: più che tagliare bisognerà guardare a cosa si può fare insieme con economie di scala”.

Francesco Paolo Giordano