È arrivato il carcere per Vincenzo Maruccio. L’ex capogruppo regionale dell’Italia dei Valori ed ex assessore ai lavori pubblici nella giunta Marrazzo, trentaquattro anni, è stato arrestato martedì in mattinata dalla Guardia di Finanza. L’accusa è di peculato. Da Aprile 2011 a Giugno 2012, avrebbe sottratto 781.000 Euro dai fondi destinati al partito.

Pericolo di inquinamento delle prove. Questa la motivazione alla base dell’ordinanza cautelare emessa nei confronti di Maruccio dal gip Flavia Costantini, su sollecitazione del procuratore aggiunto Nello Rossi e del pubblico ministero Stefano Pesci.

Nel corso dei due interrogatori a cui è stato sottoposto nel corso delle indagini, Maruccio si è difeso sostenendo che “neanche un euro” è finito nelle sue tasche per arricchimento personale. L’ex capogruppo ha aggiunto che tutti i soldi prelevati dai fondi del partito e finiti sui suoi dieci conti in banca, sarebbero serviti esclusivamente per pagare spese politiche.

Il suo avvocato, Luca Petrucci,  ha contestato la scelta della custodia cautelare: “Si è dimesso, ha lasciato tutti gli incarichi, si è presentato spontaneamente agli inquirenti. Ha offerto la massima collaborazione. Malgrado tutto ciò arrivano oggi gli arresti. La custodia cautelare

dovrebbe essere l’extrema ratio, ma in questo modo appare come uno strumento di pressione sull’indagato”.

Lo scandalo, iniziato qualche settimana fa, aveva già scatenato un terremoto all’interno del partito di Di Pietro, che aveva fatto mea culpa e prontamente sollevato Maruccio da ogni incarico di responsabilità. Ma non è bastato per salvare l’Idv dalle polemiche.

Vincenzo Maruccio, calabrese di Vibo Valentia, si è laureato a Roma in Giurisprudenza alla Lumsa. Poi, è entrato nello studio dell’avvocato Sergio Scicchitano, difensore dell’Idv. I due, Scicchitano e Maruccio, per intenderci, hanno firmato tutte le querele di Di Pietro. A trentun anni è stato catapultato all’assessorato alla Semplificazione amministrativa nella giunta Marrazzo e poi, un anno dopo, promosso ai Lavori Pubblici. Nel 2010 è stato rieletto con più di 8000 preferenza e viene nominato capogruppo dell’Italia dei valori alla Pisana. Ora è accusato di peculato.

Enrico Tata