L'11esima tappa ricorda le vittime del disastro del Vajont

Da Montasio a Tarvisio, dal Jafferau al Gavia, dallo Stelvio alle Tre Cime di Lavaredo. La 96esima edizione del Giro d’Italia, iniziata il 4 maggio scorso da Napoli, si concluderà il 26 maggio non a Milano, ma a Brescia. Ventuno tappe per pedalare, anche nella storia.

Il 7 maggio scorso, prima della partenza per Serra San Bruno (Vibo Valentia, i ciclisti hanno ricordato con un minuto di silenzio Giulio Andreotti, scomparso all’età di 94 anni.

L’arrivo a Erto e Casso nel Vajont (11esima tappa) è stato previsto per commemorare il cinquantesimo anniversario del disastro avvenuto il 9 ottobre del 1963. Un’occasione per ricordare le 1.917 vittime della frana che determinò la tracimazione delle acque del bacino idroelettrico veneto, portando a valle morte e distruzione. «Quel disastro rimarrà nel cuore e nella mente di tutti noi», afferma la maglia rosa del 96giro Vincenzo Nibali, «una terribile giornata, che nessuno può dimenticare».

La 13esima tappa, la più lunga del Giro, che si corre giovedì 16 maggio, porterà i corridori da Busseto (Parma) a Cherasco (Cuneo), attraverso tre regioni. La partenza è stata fissata a Roncole Verdi. Una scelta ricca di significati quella della piccola frazione, dove 200 anni fa, nel 1813, nacque Giuseppe Verdi.

Domenica 19 Maggio, sul colle del Galibier, a 2.642 metri, per la prima volta nella sua storia, il Giro d’Italia renderà omaggio a Marco Pantani. Lassù, dove nel 1998 il ciclista romagnolo entrò nella leggenda del ciclismo, scattando 1 47 km dal traguardo delle Deux Alpes.

Il Colle delle imprese, quello del Galabier, regalò anche a Gino Bartali una storica vittoria nel 1952. Ritratta in una delle fotografie più note del ciclismo italiano: la gente, ai lati delle strade, incitava la magica coppia Bartali-Coppi. I rivali di sempre pedalavano, passandosi una borraccia. Due anni dopo Bartali smise di correre, dopo aver percorso più di 150mila kilometri e vinto 124 corse. E proprio a lui è dedicato questo Giro, nel centenario della sua nascita.

Silvia Morosi