Ogni anno la stessa storia: venti squadre, venti panchine e venti allenatori che a fine anno valutano il cammino percorso e si lasciano tentare da strade nuove. La Serie A 2024-25 si è conclusa da meno di un mese, ma il valzer dei tecnici per la prossima stagione è già entrato nel vivo. La danza più costosa e più rumorosa è quella delle prime nove squadre in classifica del campionato. Alcuni cambi erano già annunciati, altri invece sono stati delle sorprese, mentre per alcuni la scelta migliore è stata proseguire sulla via già tracciata.

Le conferme – Squadra che vince non si cambia: una regola seguita alla lettera solo da Napoli e Bologna. Il club di Aurelio De Laurentiis ha scelto di proseguire il progetto dell’anno appena concluso. Antonio Conte rimarrà l’allenatore della squadra partenopea, una scelta facile considerando la vittoria dello Scudetto di questa stagione.Lo stesso ragionamento è stato fatto anche nel capoluogo emiliano-romagnolo dalla proprietà canadese di Joey Saputo. Dopo un’ottima stagione, con una Coppa Italia vinta dopo 51 anni, l’allenatore Vincenzo Italiano non solo è stato confermato, ma ha anche firmato un prolungamento di contratto fino al 2027.
Per quanto riguarda la Juventus invece i successi stagionali non sono paragonabili a quelli di Napoli e Bologna, ma Igor Tudor ha saputo convincere nel ruolo assunto al posto di Thiago Motta a marzo. La conquista della qualificazione alla Champions League del prossimo anno è bastata al mister croato per essere confermato anche dal nuovo direttore generale Damien Comolli.

Le novità, o quasi – Per Milan e Lazio è la parabola biblica del figliuol prodigo a guidare le scelte di mercato. Sulla panchina dei rossoneri tornerà a sedersi Massimiliano Allegri, già guida del club tra il 2010 e il 2014 e anche vincitore del tricolore nel 2011. L’addio di Sérgio Conceição non stupisce: scelto come traghettatore a metà stagione per l’esonero di Paulo Fonseca, aveva il destino quasi segnato. Non è bastata la vittoria della Supercoppa italiana a gennaio, la prima partita ufficiale dell’ex allenatore del Porto, per compensare un ottavo posto in classifica e l’esclusione da tutte le coppe europee.
Sulla sponda biancoceleste è invece il ritorno di Maurizio Sarri a far parlare. Allenatore della squadra tra il 2021 e il 2024, adesso torna a Roma tra la gioia dei tifosi: «Bentornato comandate», recita uno dei commenti sotto il post di Instagram della Lazio che ne annuncia il ritorno. La storia la scrivono i vincitori, almeno così si dice, e l’ormai ex Marco Baroni non ha né vinto né convinto. All’attivo per lui una stagione finita al settimo posto, niente qualificazione nelle competizioni internazionali, e l’eliminazione ai quarti di finale di Europa League. L’esonero era quasi scontato. Si consola ora con un contratto biennale al Torino al posto dell’esonerato Paolo Vanoli.

Ballo a due – Nell’altra metà della capitale manca ancora l’ufficialità, ma presto ci sarà, in un ballo che più che un valzer sembra un tango a due tra Roma e Atalanta. Nei prossimi giorni i giallorossi annunceranno l’arrivo di Gian Piero Gasperini, l’eroe di Bergamo che saluta dopo nove anni la sua Dea nerazzurra. Un profilo selezionato dalla società e da Claudio Ranieri stesso che con quest’ultima, e molto positiva, panchina alla Roma chiude la propria carriera (ma attenzione perché non è la prima volta che mister Ranieri annuncia il ritiro). Un transizione pacifica e senza grandi schiamazzi, certo meno fragorosa di quanto avvenuto in casa Atalanta. La proprietà Percassi è rimasta senza il suo condottiero, un uomo che ha trasformato una squadra da rischio retrocessione ogni anno, a campionessa dell’Europa League. A Bergamo si sono concessi qualche giorno di “casting” e adesso si prenderanno 48 ore per riflettere. L’eredità da assumere sulle proprie spalle è pesante e in prima fila ci sono Thiago Motta, Raffaele Palladino e Ivan Juric.

I grandi dubbi – Non tutte le squadre vedono chiaro il proprio futuro. Chi proprio sta vedendo nero è l’Inter. Dopo una pesante sconfitta in finale di Champions per 5 a 0 contro il Paris Saint Germain, l’allenatore Simone Inzaghi ha detto addio alla squadra. Quella ricevuta dagli arabi dell’Al-Hilal era un’offerta che non si poteva rifiutare. Il tecnico piacentino, allenatore dei nerazzurri dal 2021, ha accettato un contratto faraonico da circa 26 milioni di euro a stagione fino al 2027. Dal 15 giugno l’Inter sarà alle prese con il Mondiale per Club negli Stati Uniti ed entro quella data occorre avere un nuovo mister. La società spinge tutto sul tecnico del Como, Cesc Fabregas, ma la trattativa è complicata. Da un lato la proprietà lariana non ha intenzione di lasciar partire lo spagnolo, dall’altro è lo stesso Fabregas che deve essere convinto con garanzie di acquisti di un certo livello e un progetto a lungo termine. Se la strada verso il lago sarà sbarrata, il presidente dell’Inter Giuseppe Marotta è pronto a virare su Cristian Chivu, oggi al Parma, o Patrick Vieira, allenatore del Genoa.
Il viola è il colore del mistero e non a caso domina sulle magliette della Fiorentina. Con un prolungamento di contratto fino al 2027 e un buon sesto posto, è un segreto il motivo per cui l’allenatore Raffaele Palladino abbia deciso di abbandonare il club con una risoluzione consensuale. Con un post su Instagram il tecnico napoletano ha salutato tutti dicendo: «Lascio con un peso nel cuore ma consapevole di aver dato tutto». Ora al presidente Rocco Commisso tocca il compito di sostituirlo. Tra gli obiettivi l’ex Stefano Pioli, oggi in Arabia Saudita all’Al-Nassr, o profili più facili da raggiungere come Francesco Farioli e Alberto Gilardino.