Dopo un campionato a rincorrere la Juve, il secondo posto può bastare per far esplodere la festa. Dopo la vittoria col Bologna 3-0, merito dei gol di Hamsik, Cavani e Dzemaili nel secondo tempo, il Napoli si è assicurato la qualificazione alla Champions League. Secondi in classifica davanti a Milan, Inter e alle romane: c’è n’è abbastanza per riempire d’orgoglio i tifosi che hanno atteso il ritorno degli azzurri a Capodichino fino a notte inoltrata. Ottomila erano già lì al Dall’Ara di Bologna, dove al triplice fischio anche l’allenatore Mazzarri si è lanciato ad abbracciare i giocatori: “Giocano bene, danno l’anima, sono uniti, vincono. È il sogno di ogni allenatore”, ha detto. E con orgoglio si è lasciato sfuggire che se va avanti così “si può battere la media punti di Maradona”.

Intanto – è quel che conta –  la Champions è assicurata. Per quel che riguarda il possibile addio alla panchina napoletana il mister taglia corto: “Non se ne parla, non ora. Dobbiamo ancora giocare e far bene, se si parla di queste cose i ragazzi si distraggono”. Il 30 giugno scadrà il suo contratto, ma lui annuncia che ogni decisione è rimandata a dopo le sfide col Siena e la Roma. E poi c’è Cavani, l’altro grande protagonista di questa stagione: 27 gol in campionato, 102 in maglia azzurra, una bellezza in campo. Il Machester e il Real ci hanno già messo gli occhi addosso, e il bomber uruguaiano potrebbe anche lasciarsi sedurre, se trovassero i 63 milioni per rescindere il suo contratto col Napoli. I tifosi fanno gli scongiuri al sol pensiero ma, per ora si godono la festa, la musichetta della Chempions in sottofondo.

Tanto gode il Napoli quanto piange l’Inter: 15esima sconfitta stagionale, 1-3 contro la Lazio, con i tifosi nerazzurri umiliati a San Siro e soprattutto l’ultimo treno per la Champions definitivamente perso. A Stramaccioni non rimane che sperare di arrivare sesto e ottenere un posto da una Roma, o da una Lazio, vincente della Coppa Italia. Molto difficile. “Stasera, tutti insieme, ho visto episodi che capitano di rado” ha commentato. Ma i tifosi rumoreggiano – anche sui Social (“Basta chiamare in causa la sfiga, prenditi le tue responsabilità”, il tweet esemplare). E dire che il patron Moratti gli aveva appena rinnovato la fiducia: “È lo specchio di una stagione brutta”, ha commentato a fine partita. Restano inevase le 12 domande dei tifosi, distribuite come volantino prima del match. Ad esempio, la nr. 5: “2010-2013, dal tetto del mondo si è crollati alla situazione attuale. A fronte dell’esempio di altri club europei crede che la causa sia tutta da attribuire ai giocatori e allenatori di questo periodo?”.

Una serata decisamente migliore ha vissuto il Milan, che ha superato un rassegnato Pescara per 4-0 con doppietta di SuperMario Balotelli e gol di Muntari e Flamini. Allegri non canta vittoria, però: “Terzo posto ormai sicuro? Mancano ancora due partite, con la Fiorentina che deve ancora giocare. Abbiamo ancora una gara difficile contro la Roma e poi il Siena. Abbiamo buone possibilità, ma nel calcio può accadere di tutto”. A proposito di Fiorentina, il derby coi senesi si risolve grazie a una rete di Gonzalo Rodriguez. Ora la squadra del mister Montella ha 6 punti di vantaggio sui giallorossi, e ne basta uno nelle prossime due gare per ottenere la certezza matematica di arrivare in Europa.

Per il Siena invece non resta che la retrocessione, a meno di miracoli contro giganti come Napoli e Milan e che il Genoa perda entrambi gli incontri. La Sampdoria ha pareggiato contro il Catania e resterà in A. I blucerchiati hanno annunciato che l’incasso sarà devoluto alle famiglie delle vittime dell’incidente al porto.

Infine, a Bergamo la Juventus si conferma un asso pigliatutto,  anche con tanti cambi: il gol di Matri decide la gara contro l’Atalanta, segnata da turbolenze negli spalti (8 i minuti di sospensione per lancio di fumogeni).

Eva Alberti