Le parole dell’INGV dicono tutto: “Non si era mai vista una cosa del genere”. Quattro terremoti di magnitudo superiore a cinque in tre ore hanno scosso il Centro Italia mercoledì 19 gennaio. L’epicentro a Montereale, nell’aquilano, a poche decine di chilometri da Accumoli e Amatrice. E come se non bastasse, ci si sono messe pure le bufere di neve a rendere più disperata la situazione. Il bilancio si annuncia pesante. Per ora sono 3 morti e 26 dispersi. Tutti nell’hotel Rigopiano di Farindola, in provincia di Pescara, intrappolati da una valanga.
Tragedia nell’Hotel – Nella serata di mercoledì 19 gennaio, una valanga ha sommerso l’hotel Rigopiano di Farindola. l’onda d’urto della slavina ha trascinato la struttura 20 metri più a valle. Le squadre del Soccorso alpino abruzzese sono riuscite a raggiungere Farindola solo alle 4.40 di giovedì con gli sci; gli automezzi dei Vigili del Fuoco sono invece bloccati dalla neve a 9 chilometri dall’hotel. In mattinata dalle macerie è stata estratta la prima vittima, ma secondo il capo dei soccorritori, Antonio Crocetta, «ci sono molti morti». Fra i dispersi ci sarebbero anche due bambini. Per il momento (21 gennaio, ore 01) il bilancio è di tre morti accertati e di tredici superstiti a fronte di 35 persone presenti nell’hotel al momento della tragedia. Il 20 gennaio i soccorritori hanno trovato 10 persone, di cui tre bambini, ancora vive dopo 43 ore passate sotto la neve e le macerie.
Drammatica anche la situazione nel Teramano, dove molti comuni sono rimaste isolati, senza luce né acqua. Le vie di comunicazione sono interrotte e il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, ha invitato a evitare gli spostamenti per non intralciare l’operato degli spalaneve. Il Governo, nel frattempo, ha mobilitato l’esercito per portare soccorso alle frazioni sommerse dalle nevicate. Invoca aiuto anche il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi: «L’emergenza non è il terremoto né i danni in zona rossa, bensì la neve. Abbiamo urgente bisogno di turbine, non bastano gli spazzaneve. Abbiamo frazioni isolate con due metri di neve».

(CREDIT: Ministero della Difesa)
Il terremoto – Quattro scosse con grado 5 della scala Richter e nel giro di sole tre ore sono «un fenomeno nuovo nella storia recente per le modalità con le quali si manifestato». A dirlo sono gli esperti dell’Istituto Nazionale di Sismologia e Vulcanologia (Ingv), che si attendono ulteriori scosse nei prossimi giorni, dopo le 80 di assestamento registrate nella notte. Frutto della stessa faglia attivatasi il 24 agosto dello scorso anno, quando l’epicentro era stato il comune di Accumoli, in provincia di Rieti. Il terremoto di mercoledì è stato sentito anche a Roma, dove si è scatenato il panico. Le linee A e B della metropolitana sono state chiuse, rispettivamente, per una e tre ore. Evacuato un gran numero di scuole e di edifici pubblici, soprattutto nei quartieri del centro. La sindaca Virginia Raggi, intorno alle 14, ha rassicurato la popolazione capitolina con un videomessaggio pubblicato su Facebook. «Al momento non ci sono motivi di allarme. Per questa ragione non abbiamo emesso alcuna ordinanza di chiusura delle scuole».
I danni – Nella provincia di Teramo, nei comuni di Accumoli e Amatrice, il terremoto ha causato il crollo di molte stalle. Molti animali sono rimasti sotto le macerie. Il presidente della Coldiretti del Lazio chiede di «aiutare gli allevatori, gli unici rimasti a presidiare le frazioni di Amatrice e di Accumoli; se loro mollano, avremo perso tutti e questi due comuni rischiano lo spopolamento». L’economia locale è ormai al collasso. Un allevatore di Amatrice racconta che «Da tre giorni la cisterna non passa a ritirare il latte perché le strade sono ancora bloccate dalla neve». Se l’isolamento dovesse durare un altro giorno, dice, «dovrò buttare via tutto e perdere il ricavato di tre giorni di lavoro reso ancora più duro dal vento, dal gelo e dalle nevicate». Crollano le stalle, ma anche gli edifici storici. Ad Amatrice il campanile di Sant’Agostino, sopravvissuto al terremoto del 2016, non ha retto all’ennesimo sciame sismico. Sconsolato, il segretario generale del ministero della Cultura, Antonia Pasqua Recchia, ha ricordato che «l’intervento di consolidamento era previsto per il 23 gennaio». Il terremoto è arrivato prima, abbattendo ciò che restava del campanile e, con esso, le speranze delle popolazioni terremotate.
Le reazioni – «Ogni scossa aggrava le condizioni dei cittadini, ma aumenta anche la nostra determinazione a star loro vicini e ad aiutarli», ha dichiarato mercoledì dalla Grecia il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il Capo delloStato si è anche detto soddisfatto dell’azione del Governo e della Protezione civile nelle zone terremotate: «Si sta lavorando molto bene sia per la continuità delle attività economiche sia per la sistemazione delle persone. Naturalmente in un territorio così vasto ed articolato il lavoro è molto complesso ma quel che si sta facendo richiede riconoscenza». Dal quartier generale della Protezione civile a Rieti, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni si è appellato al senso di responsabilità di tutte le forze politiche, necessario a fronteggiare la «tenaglia senza precedenti tra terremoto e maltempo» che stringe il Centro Italia. Ha poi chiesto agli italiani «di stringersi nella solidarietà nei confronti delle popolazioni colpite».