Mark Rutte

In Olanda tiene la diga contro i populismi. Mark Rutte, leader del partito di centrodestra Vvd (Partito popolare per la Libertà e per la Democrazia), vince le elezioni politiche. Fermata l’avanzata dell’antieuropeista Geert Wilders, dato in testa nei sondaggi fino a qualche settimana fa. Seguono i democristiani del Cds e i liberali progressisti del D66. Bene i verdi. Entra per la prima volta in Parlamento il partito antirazzista Denke, che ottiene tre seggi. Ora per governare è necessaria una coalizione: Rutte potrebbe cercare l’accordo con Cda e D66, ottenendo così i seggi necessari previsti dal sistema proporzionale puro.

I risultati – «L’Olanda ha detto no al populismo. Grazie per questa vittoria. Adesso saremo impegnati per mantenere il paese stabile, sicuro e caratterizzato dal benessere», ha dichiarato Rutte, riconfermato per il terzo mandato. Secondo i dati non ancora definitivi diffusi dalla tv pubblica Nos, il Vvd è nettamente in testa con il 21,2% dei voti: conquista 33 seggi sui 150 in palio alla Camera Bassa degli Stati Generali. Il secondo posto spetta al Pvv (Partito per la Libertà) che con il 13,1% dei voti ottiene 20 seggi. Seguono i democristiani del Cda (12,4%) e i liberali progressisti del D66 (12,1%). Se le percentuali dovessero essere confermate, entrambi otterrebbero 19 seggi. Mentre i populisti arretrano, si conferma l’avanzata dei verdi del GroenLinks: passano dal 2,3% del 2012 al 9% e ottengono 14 seggi. Il partito antirazzista Denk entra per la prima volta in Parlamento con 3 rappresentanti. I suoi fondatori, i due turco-olandesi Tunahan Kuzu e Selcuk Ozturk, erano stati deputati del Pvda, il partiro laburista, dal quale si erano allontanati per divergenze sul monitoraggio delle attività dei musulmani nel paese. Lo stesso  PvdA è invece crollato: da 38 a 9 seggi.

Geert Wilders – L’Europa tira un sospiro di sollievo. Sventata l’affermazione della destra populista del Pvv, anche se il partito raccoglie 5 seggi in più rispetto alle precedenti amministrative.


Wilders – il leader xenofobo che nel programma elettorale annunciava tolleranza zero per i migranti, chiusura delle frontiere e iniziative anti-islamiche – ringrazia gli elettori su Twitter e si dichiara pronto a entrare in una coalizione di governo.«Vorrei partecipare. Ma se ciò non fosse possibile, voteremo comunque a favore dei temi più cari», ha dichiarato. Rimane lontana la possibilità di un suo coinvolgimento in una larga intesa, visto il netto rifiuto arrivato da tutti gli schieramenti. Il centro della futura coalizione sembra andare in un’altra direzione: insieme al Cda e ai D66, Rutte guadagnerebbe 71 seggi, solo 5 sotto la maggioranza che saranno poi recuperati tra le altre forze.

Rutte potrebbe cercare l’accordo con Cda e D66, ottenendo così i seggi necessari previsti dal sistema proporzionale puro.

Le reazioni in Europa – Durante la notte, a scrutini non ancora terminati, il presidente della Commissione Europea Claude Juncker si è congratulato al telefono con il primo ministro per la vittoria. «Un voto per l’Europa, un voto contro gli estremisti» ha detto Juncker, secondo quanto ha riferito il portavoce Margaritis Schinas. Sostegni a Rutte arrivano da Martin Schulz. L’ex presidente del Parlamento europeo, ora candidato alla Cancelleria per i socialdemocratici, si dichiara fiducioso delle prospettive politiche che i risultati aprirebbero nel continente: «Wilders non è riuscito a vincere le elezioni in Olanda. Sono sollevato, ma dobbiamo continuare a lottare per un’Europa aperta e libera», ha scritto in olandese su Twitter. Anche la cancelliera tedesca Angela Merkel ha commentato il risultato: «Non vedo l’ora di continuare la cooperazione come amici, vicini ed europei».

Le reazioni in Turchia – Non si smorzano i torni della crisi diplomatica con Erdogan. Il ministro degli Esteri Mevlut Cavusgolu ha affermato che «quando si guarda ai partiti in Olanda si vede che non c’è differenza tra i socialdemocratici e il fascista Wilders. Hanno tutti la stessa mentalità. Avete dato inizio al collasso dell’Europa. State trascinando l’Europa nell’abisso. Presto in Europa inizieranno le guerre di religione».