Il popolo ucraino ha deciso, il nuovo ha battuto il vecchio. Il conteggio dei voti è ancora in corso, ma con lo scrutinio oltre il 60% non ci sono più dubbi su chi abbia dominato queste elezioni. Il messaggio del comico Volodimir Zelensky, anti establishment e a favore della democrazia diretta, ha sconfitto quello europeista e anti-russo dell’uscente Petro Porošenko. I due andranno al ballottaggio il 21 aprile lasciando a bocca asciutta la terza candidata, la zarina del gas Julija Tymošenko, che si è fermata al 13%.

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La candidata Julija Tymošenko

Zelensky – Il candidato in testa con oltre il 30% dei voti è la star di una popolarissima serie televisiva ucraina, “Il servo del popolo”, nome che Zelensky ha scelto anche per il suo partito. La trama è molto semplice: un umile insegnante di storia diventa presidente dopo che un video in cui attacca la classe politica corrotta diventa virale. Ora il comico potrebbe trasformare il suo personaggio in realtà. Ha iniziato la sua corsa con determinazione e sagacia presentandosi con un programma che da sempre fa presa sul popolo ucraino: la nazione è povera a causa dello sfruttamento degli oligarchi che hanno in mano la classe politica. «Siamo gente giovane e non vogliamo vedere nel nostro futuro solo gli spettri del passato», ha affermato non appena sono arrivati gli exit poll. Il suo programma rimane però molto vago sia in termini di avvicinamento all’Unione Europea che nella gestione del rapporto con la Russia. Zelensky punta tutto sul suo carisma, la sua popolarità, il suo personaggio e il suo messaggio di rinnovamento. Anche lui ha le sue ombre però; il network televisivo del suo show (che ha promosso la serie e il suo protagonista lanciando l’ultima stagione all’inizio di marzo e ricoprendo le città con il volto del “Servo del popolo”) è di proprietà di Ihor Kolomoisky, un oligarca ucraino coinvolto di recente in uno scandalo finanziario e fuggito in Israele dopo le accuse di appropriazione indebita di aiuti del Fondo monetario internazionale.

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Il candidato uscente Petro Porošenko

Porošenko – Il magnate del cioccolato ucraino e candidato uscente si è presentato al popolo con uno slogan di tre parole: «L’esercito, la lingua e la fede». Anche se, come Zelenksy, non ha mai preso una forte posizione anti-russa, Porošenko può vantare di aver rafforzato l’esercito e di aver concretizzato un accordo di pace per la crisi nel Dombass. Uno dei suoi punti più forti, però, è aver portato a termine il processo di separazione tra la chiesa ortodossa ucraina e quella russa. «Avere la nostra chiesa è una nuova dichiarazione di indipendenza ed è fondamentale per l’armonia sociale», ha affermato Porošenko alla cerimonia di separazione delle chiese. La sua strategia per il Paese è di avvicinarsi all’Europa e di allontanarsi dalla Russia, solo così l’economia potrà crescere: «Liberà di movimento di persone, merci e risorse naturali renderanno l’Ucraina un Paese più ricco e prospero».

All’esteroI cittadini ucraini sparsi per il mondo, invece, preferiscono Petro Porošenko che conquista il 36% e danno a Zelensky un “misero” 24%. Né in Crimea, né nei territori occupati del Donbass sono stati predisposti dei seggi elettorali, così come nel territorio della Federazione Russa. Due milioni di cittadini ucraini, in maggioranza lavoratori espatriati, non hanno avuto la possibilità di votare.