Portuali, pacifisti, antifascisti e anche alcuni scout. Tutti uniti per impedire le operazioni di carico della Bahri Yanbu, la nave saudita che trasporta armi destinate, secondo alcune fonti, al conflitto in Yemen. Il cargo della compagnia nazionale di Riyad è attraccato questa mattina, 20 maggio, nel porto di Genova alle 6:10 e la partenza verso Gedda, in Arabia Saudita, è prevista per le 22 di questa sera. Dopo aver caricato munizioni di produzione belga ad Anversa, ha visitato o tentato di visitare porti nel Regno Unito, in Francia e Spagna. Quanto all’attracco genovese, si aggiunge alle polemiche il caso del generatore elettrico prodotto dall’azienda Teknel di Roma, che si occupa anche di difesa. «Per l’agenzia marittima che ha in consegna il carico si tratta di un carico civile ma siccome la Teknel ha un contratto con la Nato per noi questa è una zona grigia tra civile e militare», dice Luigi Cianci, delegato Filt-Cgil della Compagnia unica.

Le proteste – «Porti chiusi alle armi» si legge sui cartelloni dalle prime ore di stamattina. È il ponte Eritrea quello più “caldo”, è qui il presidio Filt-Cgil che ha bloccato i lavori. Gli ormeggiatori sono stati quindi portati via mare verso la nave che attualmente si trova all’ormeggio. Ed è fissato per oggi l’incontro tra il prefetto Fiamma Spena, il segretario della camera del lavoro Igor Magni e il segretario della Filt Enrico Poggi. Il comandante della Guardia costiera ligure, l’ammiraglio Nicola Carlone, replica: «Questa nave scala regolarmente il porto di Genova da circa 4-5 anni. Credo che la protesta sia legata a quanto successo in Francia dove è stata vibrata. Probabilmente la consapevolezza di quali sono le merci trasportate è arrivata fino a noi e c’è stata questa sensibilità sull’accosto». Il riferimento è all’inchiesta del sito francese Disclose che aveva rivelato, con documenti interni dei servizi segreti, che i cannoni trasportati dalla Bahri Yanbu sono stati utilizzati nella sanguinosa guerra con lo Yemen e hanno provocato vittime civili. Da qui il boicottaggio internazionale. «Vogliamo segnalare all’opinione pubblica nazionale e non solo che, come hanno già fatto altri portuali in Europa, non diventeremo complici di quello che sta succedendo in Yemen», hanno scritto in un comunicato i segretari Filt, Federazione Italiana Lavoratori dei Trasporti, Enrico Ascheri ed Enrico Poggi.

La nave – Partita all’inizio di aprile dal porto di Corpus Christi, negli Usa, per poi arrivare a Sunny Point, il più grande terminal militare del mondo, il 4 maggio la Bahri Yanbu ha imbarcato ad Anversa, secondo alcune organizzazioni della società civile belga, sei container di munizioni. L’8 maggio era previsto l’attracco a Le Havre, in Francia, per caricare otto cannoni semoventi Caesar da 155 mm prodotti dalla Nexter. Tutto a monte a causa della mobilitazione dei gruppi francesi di attivisti contrari alla vendita di armi che potrebbero essere impiegate nella guerra in Yemen. Si è quindi diretta verso il porto spagnolo di Santander, dove è giunta per uno scalo non previsto, e stamattina l’attracco a Genova. La Bahri Yanbu appartiene alla maggiore compagnia di shipping saudita, un tempo National Shipping Company of Saudi Arabia. Controllata dal governo saudita, dal 2014 la società gestisce in monopolio la logistica militare di Riyad. Anche la tipologia della nave, una delle sei moderne con/ro multipurpose della flotta, ha una chiara vocazione militare, adatta al trasporto sia di carichi ro/ro e di heavy-lift speciali, in pratica mezzi militari, anche fuori norma e container.