Secondo i primi exit poll, i sovranisti vincono in Francia, Ungheria e Polonia, ma arretrano nel resto d’Europa. Forte affermazione dei Verdi in Francia, Germania e Olanda. Invece i popolari sono primi in Grecia e Austria e restano il gruppo con più eletti nel Parlamento Europeo.

Parlamento europeo – Il Ppe è primo con 178 seggi, mentre i socialisti sono secondi a quota 152. Invece i liberali conservano il terzo posto con 108 europarlamentari. Quarti i Verdi (67), a seguire i Conservatori (61), l’Enf di Salvini e della Le Pen con 55 eletti e, infine, l’Efdd (53) del M5s e di Farage. «Nessuna cooperazione con gli estremisti» sono le parole di Manfred Weber, candidato presidente della Commissione europea per i popolari. Ipotizza alleanze con Socialisti, Liberali e anche i Verdi, ma non con i sovranisti o la sinistra radicale del Gue. Come si può vedere dall’infografica riportata sotto, la maggioranza deve comprendere Ppe e Pse, ma da sole non hanno abbastanza seggi. Quindi si dovrebbero alleare con i verdi o i liberali o entrambi.

Francia – Netta affermazione del Rassemblent National della Le Pen che diventa il primo partito con il 24,7%. Secondo En Marche del presidente Macron che si attesta al 21,6%. Anche qui ottimo risultato dei Verdi che raggiungono il terzo posto con il 13,1%.

Germania e Austria – La Cdu guidata da Angela Merkel perde consensi scendendo dal 35% del 2014 al 28%, ma resta la prima forza in Germania. Risultato storico dei Verdi che diventano il secondo partito con il 20%, ma soprattutto superano i socialdemocratici della Spd che precipitano dal 27 al 15%. Invece l’estrema destra dell’Afd raggiunge il 10%. Anche in Austria i popolari sono il primo partito, ma crescono rispetto al 2014 dato che il partito guidato dal primo ministro Sebastian Kurz guadagna sette punti e balza al 34,5%. Il partito socialdemocratico austriaco resta stabile al 23,5%, mentre l’estrema destra del Fpoe cala al 17,5%.

Regno Unito – Sonora affermazione del Brexit Party, il nuovo partito dell’euroscettico di Nigel Farage, che ottiene il 31% ed è favorevole al “no deal”, un’uscita dall’Unione europea senza alcun accordo. Secondi i liberali con il 20%, a seguire i laburisti al 17% e i Verdi al 12%

Spagna – Al primo posto i socialisti del Psoe di Pedro Sanchez che toccano il 28%. A seguire i popolari con il 17% e i liberali di Ciudadanos con il 16%. Cala l’estrema destra di Vox che, rispetto alle politiche di un mese fa, passa dal 10 al 6%.

Olanda e Lussemburgo – Chiara affermazione in Ol dei laburisti di Frans Timmermans, candidato presidente della Commissione per i socialisti. Il partito sovranista Pvv non raggiunge la soglia del 3,85%, quindi Geert Wilders resterà fuori dal Parlamento europeo e Matteo Salvini avrà un alleato in meno. Ottimo risultato dei verdi che ottengono 3 europarlamentari. In Lussemburgo i liberali del Partito democratico raggiungono il 21,4%, mentre i cristiano sociali del presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker perdono il 16,5% rispetto al 2014 e crollano al 21,1%. I Verdi sono terzi aumentano i consensi al 18,9%, mentre i socialisti si fermano 12,2%. Sovranisti al 10% ed estremisti di destra al 7,7%.

Grecia – Nea Demokatia, il principale partito dell’opposizione, guidato da Kyriakos Mitsotakis ottiene il 34% e supera Syriza del primo ministro Alexis Tsipras che si ferma al 27% e chiede nuove elezioni anticipate. Arretra la formazione di estrema destra Alba Dorata che si attesta sul 6%.

Ungheria – Vittoria travolgente di Fidesz, il partito del primo ministro Viktor Orbán, che balza al 52,3% dopo una campagna elettorale in chiave anti-immigrati. A seguire i democratici con il 16,3%, i liberali di Momentum al 9.7%, i socialisti al 6,6% e i nazionalisti di Jobbik al 6,5%. Tutti gli altri partiti, inclusi i verdi, restano sotto la soglia del 5%. I 21 eurodeputati che spettano all’Ungheria sarebbero così ripartiti: 13 a Fidesz, democratici 4, Momentum 2, socialisti 1, Jobbik 1. Gli eletti dei democratici e dei socialisti aderiranno al gruppo socialista (S&D) a Strasburgo, quelli del Momentum al gruppo liberale (Alde), il deputato di Jobbik al gruppo degli indipendenti, mentre è ancora incerta l’appartenenza futura degli eletti di Fidesz, dato che, di recente è stato sospeso dal Ppe.

Croazia – I conservatori del primo ministro Andrej Plenkovic si confermano primo partito con il 23,2%. Ottengono 5 deputati (sui 12 che avrà la Croazia) e puntano all’adesione al Ppe. Altre liste superano la soglia del 5%: i socialdemocratici (18,3%, 3 europarlamentari), una coalizione di forze sovraniste ed euroscettiche all’8,3%, Zivi Zid, alleati del M5S, che avranno un solo seggio, così come i liberali che aderiranno all’Alde. A sorpresa la lista del giudice Mislav Kolakusic raggiunge il 7,7% e ottiene un europarlamentare. Entrato in politica appena tre mesi fa con un programma che punta sulla lotta alla corruzione e una retorica antisistema che rifiuta le divisioni ideologiche tradizionali. L’affluenza al 29,6% è una delle più basse in Europa, ma è in crescita del 4% rispetto al 2014.