Prima Istanbul, poi (forse) la Turchia. Ekrem Imamoglu è, di nuovo, il nuovo sindaco della capitale economica della Turchia. Ora la speranza nel cuore dei democratici, che in Turchia si chiamano repubblicani, è che questa vittoria sia il primo passo di una carriera destinata alla grandezza. È stato lo stesso cammino del suo acerrimo nemico: nel 1994, infatti, Recep Tayyip Erdogan (l’attuale presidente della Turchia) ha iniziato la sua ascesa proprio dalla nomina a sindaco di Istanbul. Laico, imprenditore, tosto ma soprattutto repubblicano, ecco chi è l’uomo che ha sconfitto “il Sultano” per ben due volte.

Ekrem Imamoglu (Bülent Kiliç per Afp/Getty)
Elezioni da (non) rifare– Quando il 31 marzo scorso, su pressione di Erdogan, i giudici hanno annullato il voto che dava a Imamoglu la poltrona di Sindaco di Istanbul, il mondo ha denunciato un nuovo abuso di potere dell’autorità turca mentre le speranze dei repubblicani andavano in fumo. Oggi, due mesi dopo, il successo si è ripetuto, non più con soli 14 mila voti di scarto (che avevano scatenato i sospetti e il riconteggio) ma con 700 mila. Alle nove di sera di domenica 23 giugno un tweet ha marcato la storicità del momento: «Mi congratulo con Ekrem Imamoglu, che ha vinto le elezioni in base a risultati non ufficiali». Il Sultano ammetteva la sconfitta. Dopo 25 anni di leadership indiscussa, la formazione di governo, “Il partito della giustizia e dello sviluppo” (o Akp), ha perso la capitale economica della Turchia.
Un manager da Trebisonda– Prima la business school di Istanbul, poi un master in management e un incarico nell’azienda di costruzioni della famiglia. Prima di arrivare alla politica nel 2008, Ekrem Imamoglu ha avuto modo di dare prova di sè. Classe 1970, è partito da Trebisonda, la sua città natale, quando aveva 17 anni per trasferirsi nella grande e caotica Istanbul. Come tutti i fuorisede, ha portato con sé la sua passione calcistica. È un tifoso sfegatato del Trabzonspor, la squadra di casa, che ha anche amministrato come dirigente nel 2002.
Una carriera promettente – La carriera politica di Imamoglu inizia con una vittoria: entrato nel Partito del popolo repubblicano (o Chp) nel 2008 è stato eletto leader dell’ala giovani nel 2009. È sempre stato un uomo legato al territorio: a Istanbul, prima di tentare la presidenza, è stato sindaco del quartiere di Beylikdüzü per cinque anni (2014-2019) e da lì ha costruito la sua profonda connessione con l’anima laica, progressista e repubblicana della metropoli. In questi mesi si è costruito una discreta reputazione anche nel resto della Turchia, soprattutto nella sua Trebisonda dove ha fatto storia la visita dello scorso marzo che ha surclassato quella di Erdogan. La sua presa è stata riconfermata quando ha vinto le primarie per la corsa a sindaco della capitale: ha scalzato l’ex candidato che aveva corso contro Erdogan alle ultime elezioni politiche. La speranza, ora, è che sia lui il volto dell’opposizione alle prossime consultazioni nazionali del 2023 e, come ha fatto a Istanbul, ponga fine al regno incontrastato dell’Akp e di Erdogan.
Cambio di strategie– Appena eletto, il suo stile fa già scuola. Imamoglu si è sempre proposto come un amministratore pacato, efficiente ma soprattutto lontano dalla retorica populista che infiamma le folle a sostegno del “Sultano”. Il cardine del suo programma è l’eliminazione della povertà urbana senza dimenticare i giovani: sua infatti è la proposta di scontare per loro i mezzi pubblici. Fondamentale per vincere nella metropoli turca, poi, è stata la condanna della carcerazione ingiusta di alcuni politici curdi, che gli ha portato i voti di una fetta consitente della popolazione. Molti elettori del partito di governo (l’Akp) sono passati all’opposizione soprattutto tra le classi lavoratrici perché il neoeletto sindaco ha promesso aiuti e interventi per ridurre l’inflazione che sfiora il 20%. Le promesse ai giovani, ai lavoratori e alla minoranza curda hanno avuto un appeal elettorale così alto che l’Akp le ha copiate e inserite nel programma di governo nella speranza di riconquistare gli elettori perduti. Ciò che ha consegnato a Imamoglu le chiavi della città, però, è stata soprattutto la sua presenza sul territorio. Mentre il candidato pro-Erdogan si faceva vedere in televisione al fianco del presidente, Imamoglu era agli eventi di quartiere e in visita negli ospedali. Un attivista per i diritti civili di Istanbul ha commentato così al Guardian la vittoria: “Il suo autobus faceva avanti e indietro sul ponte del Bosforo, ogni giorno incontrava qualcuno e parlava dei problemi della città. Imamoglu rappresenta tutto quello che in questa città manca da troppo tempo”.