Da accusatore ad accusato. Premiato da Sergio Mattarella nel 2016 proprio per aver denunciato mazzette nella Sanità pubblica. Antonino Candela, 55 anni e attuale coordinatore dell’emergenza coronavirus in Sicilia, è finito ai domiciliari nell’ambito di una maxi inchiesta della Procura e del comando provinciale della Guardia di finanza di Palermo su quattro appalti pilotati, sempre nella Sanità regionale, a partire dal 2016. Gare turbate dal valore totale di quasi 600 milioni di euro, per la manutenzione di apparecchiature elettromedicali e servizi di pulizia. L’operazione, denominata “Sorella Sanità”, vede dodici persone indagate a vario titolo per corruzione, dieci delle quali sono state arrestate (8 ai domiciliari e due in carcere).

Nel fermo immagine del video della Guardia di finanza di Palermo, un momento della maxi operazione che ha consentito di svelare un sistema per pilotare appalti milionari della Sanità in Sicilia

Il sistema – I centri del sistema di corruzione, secondo le indagini, erano due: uno – hanno spiegato gli investigatori – faceva capo a Candela (che è stato anche manager dell’Asp 6 di Palermo) e all’imprenditore Giuseppe Taibbi, 47 anni, anche lui ai domiciliari, che fungeva da tramite per la consegna del denaro. L’altro – continuano – era gestito da Fabio Damiani, 55 anni, attuale dirigente generale dell’Asp 9 di Trapani (Azienda Servizi alla Persona), con l’imprenditore 44enne Salvatore Manganaro. Sono entrambi in carcere. Ai domiciliari sono finite anche altre sei persone. Sono tutte indagate, a vario titolo, per corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità, istigazione alla corruzione, rivelazione di segreto di ufficio e turbata libertà degli incanti. Il gip ha disposto anche il sequestro preventivo di 7 società, con sede in Sicilia e Lombardia, e di disponibilità finanziarie per 160mila euro (le tangenti già versate). La Guardia di finanza ha spiegato che erano gli imprenditori ad avvicinare chi si occupava di mediare le operazioni, per poi passare a offerte “guidate” facendoci rientrare il prezzo della tangente attraverso una «sovrafatturazione dei servizi subappaltati». Attraverso le intercettazioni si sarebbero ricostruite sostituzioni di buste e punteggi attribuiti illegittimamente per arrivare all’aggiudicazione della gara.

Gli appalti truccati – Secondo quanto raccontato dal generale Antonio Quintavalle Cecere, comandante provinciale della Guardia di finanza di Palermo, le mazzette intascate valevano il 5% degli appalti. Quelli attorno ai quali si è svolta l’indagine, coordinata dai sostituti procuratori Giacomo Brandini e Giovanni Antoci, sono quattro. Due banditi dall’Asp 6: “Gestione e manutenzione di apparati elettromedicali” (17 milioni e 635mila euro) e “Fornitura vettori energetici, conduzione e manutenzione impianti tecnologici” (126 milioni e 490mila euro). E due banditi dal “Cuc” (Centrale unica di committenza): “Servizi integrati manutenzione apparecchi elettromedicali” (202 milioni e 400mila euro) e “Servizi di pulizia per gli enti del servizio sanitario regionale” (227 milioni e 686mila euro). «La gestione degli appalti pubblici della sanità siciliana appare affetta da una corruzione sistemica», ha commentato il colonnello Gianluca Angelini del nucleo di polizia economico finanziaria delle fiamme gialle, definendo il giro d’affari scoperchiato un «centro di potere nel quale si muovono pubblici ufficiali infedeli, faccendieri e imprenditori senza scrupoli disposti a tutto per ottenere appalti milionari».

Fermo immagine del video della Guardia di finanza di Palermo

Chi è Antonino Candela – Tra gli arrestati, come detto, c’è Antonino Candela. «Si atteggiava a strenuo paladino della legalità», si è rivelato una «pessima personalità». Sono le parole del gip Claudia Rosini per descriverlo. Candela era stato scelto per coordinare le operazioni legate all’emergenza Covid-19 in Sicilia anche per la sua buona fama nella Sanità pubblica e come figura anti-corruzione. Nel 2013 gli era stata assegnata la scorta (anche se non l’aveva più da tempo) per aver denunciato un tentativo di tangenti in una gara d’acquisto di pannoloni. In quel frangente aveva fatto arrestare il suo predecessore all’Asp parlermitana Salvatore Cirignotta e aveva ricevuto complimenti dall’ex assessora alla Sanità Lucia Borsellino e dall’ex governatore della Sicilia Rosario Crocetta. Nel 2016 è stato premiato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella come «autore di circostanziate denunzie presentate alla Procura della Repubblica, con conseguente aggravamento dei rischi per la sua incolumità personale». Medaglia d’argento al merito della Sanità pubblica. Ha detto, senza sapere di essere intercettato: «Ricordati che la Sanità è un condominio, io sempre capocondominio rimango». Ora è agli arresti domiciliari, con accuse di corruzione nell’ambito della Sanità da cui deve difendersi.