«Riducete al minimo gli assembramenti al chiuso. Sappiamo tutti quanto sia difficile, perché questa è una festa bellissima e tradizionale, ma facendo questo sacrificio salverete delle vite». L’immunologo Anthony Fauci ha parlato così all’emittente ABC, chiedendo agli americani di evitare i tradizionali raduni familiari in occasione del Giorno del Ringraziamento, che si celebra oggi giovedì 26 novembre. Sulla stessa linea il presidente eletto Joe Biden: «Proprio perché teniamo molto gli uni agli altri, quest’anno sarà un Ringraziamento diverso. Il nostro Paese è nel mezzo di un drammatico aumento di casi». Gli Stati Uniti stanno infatti vivendo una recrudescenza della pandemia di Covid-19, con 88mila ospedalizzati e una media di oltre mille decessi al giorno nell’ultima settimana.

Folla negli aeroporti – Nonostante questi appelli, ben cinque milioni di americani si sono riversati negli aeroporti per raggiungere i propri cari tra venerdì e mercoledì, con domenica 22 novembre che è stato il giorno con più presenze sui voli dall’inizio della pandemia. Va detto che questo dato è inferiore alla metà del numero dei viaggiatori nello stesso periodo dello scorso anno, ma resta un segnale preoccupante per l’evoluzione della pandemia nel Paese. Gli esperti sottolineano come il rischio non stia tanto nell’assembramento negli aeroporti e sugli aerei, che sono costantemente igienizzati e dove è obbligatorio portare la mascherina, bensì nelle tavolate delle case, dove l’attenzione cala e ci si contagia tra parenti e amici. Gli aeroporti più affollati e che hanno destato maggiore preoccupazione sono stati quelli di Atlanta, Dallas e Denver. Proprio nella capitale del Colorado, il sindaco Michael Hancock è stato travolto da una polemica per essere volato in Mississippi solo poche ore dopo aver chiesto ai suoi concittadini di trascorrere la festività a casa. Hancock si è scusato per «aver pensato con il cuore e non con la testa», dal momento che si è recato nello Stato del Sud per stare vicino a moglie e figlia, ma la polemica non sembra essersi placata.

Coney Barrett subito decisiva – Un’altra polemica che infiamma gli States è quella riguardante la decisione della Corte Suprema di bloccare l’ordinanza con cui lo Stato di New York limitava gli ingressi agli eventi religiosi per evitare assembramenti. La Corte ha dato ragione ai ricorrenti, la diocesi cattolica di Brooklyn, due sinagoghe e un’organizzazione di ebrei ortodossi, stabilendo che il provvedimento fosse eccessivo e sproporzionato rispetto ad altri presi con le medesime finalità. Ma la polemica è tutta politica. La Supreme Court ha infatti deliberato con una maggioranza di 5 voti a 4, con il voto decisivo di Amy Coney-Barrett, la giudice conservatrice da poco nominata da Donald Trump. Negli scorsi mesi, la Corte aveva rigettato ricorsi per provvedimenti simili in California e Nevada e sempre con una maggioranza di 5 a 4, in cui però a far pendere la bilancia dalla parte dei progressisti c’era l’icona liberal Ruth Bader Ginsburg, venuta a mancare lo scorso 18 settembre e sostituita da Coney-Barrett. É importante sottolineare come in entrambe le circostanze il presidente della Corte, il conservatore John Roberts, si sia schierato con i colleghi progressisti. Sostegno che, dopo la nomina di Coney-Barrett, rischierà di rivelarsi spesso ininfluente, spostando l’asse delle decisioni della Corte Suprema decisamente verso destra.