Sarà anche la prima stilata da remoto, ma i giornalisti della rivista Forbes non sono mancati all’appuntamento con la classifica delle 100 donne più potenti del mondo del 2020. Domina l’America, non c’è invece nessuna italiana. Premiate le donne d’impresa, della finanza e della politica. Ma con posti illustri riservati anche ai profili femminili impegnati nella filantropia e nella tecnologia. Immancabili i volti dello spettacolo impegnati nel sociale.

La top 10 – Sono ben sei le americane incluse nella parte alta della classifica Forbes, ma le donne del vecchio continente occupano i posti di maggior rilievo. Dei primi quattro, tre sono riservati alle donne che costituiscono l’architrave europeo, il trio portante nell’emergenza pandemica. Come da 15 anni (con l’eccezione del 2010), ormai, è Angela Merkel a guidare la classifica. La Cancelliera, che ha già dichiarato di non volersi ricandidare nel 2021, lascerà un vuoto difficilmente colmabile nella politica tedesca. Al secondo posto Christine Lagarde, la prima donna alla guida della Bce. Segue, appena fuori dal podio al quarto posto, la presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, anche lei prima donna al vertice del continente. È suo il mandato più drammatico della storia dell’Unione, suo il compito di traghettarla fuori dall’emergenza Covid con due vie: la verde dell’ambiente e la blu della digitalizzazione.

Cambio della Guardia a Washington. Nancy Pelosi – in settima posizione – la battagliera speaker della camera, che a 80 anni ha strappato in mondovisione il discorso sullo stato dell’Unione del presidente uscente, Donald Trump, ha lasciato la medaglia di bronzo all’astro nascente della politica liberale americana Kamala Harris, per la prima volta nella classifica. È la vice di Joe Biden l’unica donna asioamericana presente in Top 10.

Sale di una posizione, al quinto posto, Melinda Gates, in prima linea assieme al marito Bill per garantire l’accesso universale al vaccino antivirus. Segue Mary Barra, Ceo di General Motors dal 2014: è la prima e unica donna ad aver guidato uno dei “big three” dell’industria automobilistica statunitense. Chiudono la top 10 la spagnola Ana Patricia Botin, che da direttore esecutivo di Banco Santander sì è distinta per il supporto in favore delle piccole imprese e a quelle guidate da donne. Poi il mostro sacro della finanza, Abigail Johnson, Ceo di Fidelity Investments, con un patrimonio netto stimato di 15 miliardi di dollari a ottobre 2020. E al decimo posto la new entry Gail Bourdreaux, Ceo di Anthem, tra le più importanti compagnie assicurative americane nel campo della salute.

Dalla regina a Rihanna – Prevedibile ma non meno sorprendente il balzo di Jacinda Arden, che al trentaduesimo posto scavalca anche la sovrana più longeva di sempre: la regina Elisabetta II è in 46esima posizione. La prima ministra neozelandese si è distinta tra i leader occidentali per l’efficacia nello sconfiggere l’insidia del Covid, per la cordialità dei modi e dei toni adottati nel dibattito politico, ma anche per la fermezza nel condannare l’attentatore di Christchurch. Infine lo showbiz: oltre a Oprah Winfrey, in 20esima posizione, presente in classifica la cantante Rihanna. Nonostante quattro anni di assenza dalla scena musicale, la regina di Barbados, campionessa dei diritti civili, è salita agli onori della cronaca per aver portato il durag (copricapo simbolo dell’oppressione creola) sulla copertina di Vogue. Sotto di tre posizioni Beyonce, la cantante dei record, imprenditrice milionaria e icona della moda, monumento dell’emancipazione femminile afroamericana.