L’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) conferma che «ad oggi (29 novembre, ndr) non sono stati segnalati decessi legati alla variante Omicron». La nuova variante, isolata in Sudafrica, è stata già rilevata in almeno 12 Paesi del mondo. Anche in l’Italia è risultato positivo un 55enne campano insieme alla sua famiglia, che di recente aveva viaggiato in Mozambico – tutti presentano al momento sintomi lievi.

Guadagnare tempo – Secondo i test preliminari dell’Oms la variante presenterebbe tuttavia un «rischio accresciuto di reinfezione», mentre non è ancora chiaro se la Omicron risulti «più trasmissibile rispetto ad altre varianti, inclusa la Delta». Il livello di attenzione da parte dell’Organizzazione resta alto e non si escludono «gravi conseguenze per il rischio globale».
Ursula von der Leyen, presidentessa della Commissione europea, ha parlato di una «corsa contro il tempo»: secondo l’Ue le misure implementate nelle ultime ore, come le restrizioni ai viaggi e la chiusura delle frontiere, servono a evitare una diffusione estesa in attesa che i test rivelino di più sul quadro generale della nuova variante. Per questo ci sarà da aspettare ancora «alcune settimane». Meno ottimista l’Oms, per cui risultati utili potrebbero arrivare in un mese o più.

La Malattia – Per Angelique Coetzee, presidentessa dell’Associazione dei medici del Sudafrica, «la nuova variante Omicron del coronavirus provoca una malattia leggera senza sintomi importanti», costituiti per la maggior parte da «dolori al corpo e stanchezza fisica». Coetzee ha tuttavia fatto notare una serie di sintomi particolari. Un paziente giovane affetto da variante Omicron aveva presentato battito cardiaco accelerato, tanto da far ipotizzare ai medici un ricovero – nello spazio di pochi giorni però i sintomi erano rientrati da soli.
«I sintomi erano molto diversi e lievi rispetto a quelli che avevo curato in precedenza», racconta Coetzee alla BBC. Ad esempio, in nessuno dei pazienti affetti dalla variante si sarebbe registrata la perdita di gusto e olfatto tipica delle altre varianti (Beta, Gamma, Delta) della malattia da Covid 19.

Come è nata – Secondo una prima ricostruzione, la variante, scoperta il 24 novembre, si sarebbe sviluppata in Sudafrica in un paziente affetto da HIV che sarebbe rimasto positivo per circa 200 giorni. Nel caso di pazienti immunodeficienti il virus resta in circolazione più a lungo prima di essere eliminato. Questo aumenta le possibilità che nel naturale processo di replicazione questo possa mutare e dare vita a nuove varianti. Si tratta di una condizione amplificata dalla situazione di emergenza negli ospedali, che ha ridotto la somministrazione delle terapie antiretrovirali (che riducono l’immunodeficienza) per alcune malattie come HIV.

Vaccini – In un articolo pubblicato su Nature la virologa Penny Moore, dell’Università di Witwatersrand a Johannesburg (Sudafrica), si è detta convinta che entro due settimane saremo in grado di capire in che modo Omicron reagisca ai vaccini. Per Sergio Abrignani, professore di Immunologia presso la Statale di Milano intervistato dal Corriere, «è più probabile che il virus sfugga parzialmente alla difesa immunitaria», dunque che le infezioni aumentino, ma è possibile aspettarsi «una buona difesa dalla malattia severa», proprio come nel caso della variante Delta. «L’efficacia dei vaccini attuali contro il ricovero e la malattia grave è destinata a rimanere forte», ha sottolineato anche il professor Salim Abdool Karim, noto epidemiologo sudafricano, precisando che comunque potrebbero essere necessarie dalle due alle quattro settimane per maggiori dati.

La posizione italiana – Il ministro della Salute Roberto Speranza ha difeso l’introduzione di misure restrittive: «Abbiamo fatto molto bene, con tutti i 27 Paesi europei, a disporre misure forti come il blocco di voli e il divieto d’ingresso per chi proviene dal Sudafrica e dai Paesi limitrofi» – disposizioni simili sono state decise anche fuori dall’Europa, come in Giappone, Israele e Nuova Zelanda. Secondo Speranza la priorità adesso è capire «che capacità ha la variante di indebolire il processo protettivo dei vaccini» e per il momento ulteriori giudizi sarebbero affrettati: l’unica soluzione resta l’imposizione di «misure precauzionali» che riducano il flusso di persone dai Paesi più a rischio.