Letizia Moratti ha rassegnato le dimissioni da assessore al Welfare e vicepresidente della Regione Lombardia. A sostituirla è stato chiamato Guido Bertolaso ex capo della Protezione Civile e consulente straordinario della Giunta per l’emergenza covid-19. “Registro con preoccupazione la scelta di anticipare il reintegro dei medici e degli altri professionisti della sanità non vaccinati” questa, la motivazione avanzata dall’ex minista. “Per rispetto dei cittadini- continua – ho aspettato la formazione del nuovo Governo per rendere nota la mia posizione, di fronte al venir meno del rapporto di fiducia con il presidente Attilio Fontana». Rapida la risposta del presidente: “I dubbi che avevo espresso sul posizionamento politico di Letizia Moratti erano fondati. È chiaro che guarda verso sinistra e non da oggi”. Bertolaso si occuperà di welfare “«senza distrazioni politiche».

Le conseguenze –  Bertolaso – ha aggiunto Fontana – è stato un «protagonista della campagna vaccinale in Lombardia ed è profondo conoscitore della macchina operativa della sanità lombarda». Moratti, in una nota diramata per chiarire la sua posizione, aggiunge che il condono sulle multe ai no vax e la diversa sensibilità sull’importanza dei vaccini» sono esempi «emblematici» di una «diversa impostazione politica in questo ambito». L’ex sindaco di Milano assicura comunque un «ordinato passaggio di consegne» per le deleghe di assessore al Welfare. Dopo la nomina di Bertolaso non si sono fatte attendere le dichiarazioni di altri esponenti del centro-destra, in primis quelle di Silvio Berlusconi: «Guido Bertolaso è un generoso e competente servitore dello Stato. È stato un eccellente capo della Protezione civile nei miei governi – continua – Sono contento che abbia accettato di diventare assessore alla Sanità della Lombardia. A lui i migliori auguri di buon lavoro», ha scritto sui social il Cavaliere.

Scenari – Dietro le dimissioni dell’ex ministra ci sono, secondo gli osservatori, anche altre ragioni, ben più pesanti. Al momento di entrare in carica come assessore, nel gennaio 2021, a Moratti sarebbe stato promesso l’appoggio del centro destra lombardo per la nomina a presidente della Regione in vista delle elezioni della primavera 2023.  Ma Fontana sembra ben saldo in sella e ora Moratti dovrà decidere se correre da sola o cercare altre sponde politiche: non si esclude che possa arrivare a un accordo con le forze di opposizione. L’ex assessore si è fatta vedere per esempio alla manifestazione milanese del 5 novembre contro la guerra e pro Ucraina organizzata dal Terzo Polo, i cui dirigenti Carlo Calenda e Maria Stella Gelmini non hanno mancato di esprimere stima nei suoi confronti, apprezzandone «coerenza e coraggio» nel presentare le dimissioni. Ma anche il Pd potrebbe essere tentato da un’alleanza che aumenterebbe le chances di strappare al centrodestra il suo trentennale feudo lombardo. Intanto la “dottoressa”, come la chiamano nei palazzi del potere regionale, ha cominciato a organizzare la sua rete di influenze con il lancio, qualche giorno fa, dell’associazione Lombardia Migliore. Come vice presidente c’è per esempio Tiziano Mariani, consigliere comunale di Seregno e membro dello staff di Moratti in Regione. Ne fa parte anche Manfredi Palmeri, consigliere regionale al Pirellone e presidente del consiglio comunale di Milano ai tempi in cui l’ex ministra era sindaco e oggi consigliere regionale al Pirellone. Palmeri lo scorso luglio ha aggiunto al simbolo del suo gruppo, “Polo di Lombardia”, proprio l’espressione “Lombardia Migliore”. Sul versante PD, il deputato lombardo Gian Antonio Girelli ha detto che «qualora la Moratti si smarcasse definitivamente dal centrodestra», per i dem sarebbe ora «di fare importanti valutazioni». Ma non mancano voci contrarie: la deputata e segretaria milanese del PD Silvia Roggiani ricorda che Letizia Moratti è stata ministra dell’Istruzione con Berlusconi e sindaca avendo al suo fianco l’ex missino Riccardo De Corato: «L’abbiamo battuta aprendo una nuova stagione di centrosinistra a Milano e saremo sempre l’alternativa a lei».