La Suprema al porto di Palermo (Fonte: Wikimedia Commons)

Alle 7.30 il fratellino lancia l’allarme: Gaia non è più in cabina. Comincia così la ricerca, per ora infruttuosa, di Gaia Randazzo, una giovane ventenne originaria di Palermo, sparita mentre era a bordo della nave La Suprema, della compagnia Grandi Navi Veloci, in rotta tra Genova e il capoluogo siciliano. La scomparsa, nella notte fra giovedì 10 e venerdì 11 novembre, non ha ancora trovato spiegazioni.

Le ipotesi iniziali – I due fratelli di venti e quindici anni erano i viaggio da Paderno Ponchielli (Cremona) a Palermo per andare a trovare i nonni. La nave con a bordo i due ragazzi è salpata intorno alle 23 di giovedì sera dal porto di Genova. I ragazzi alloggiavano in una cabina dove si sono addormentati poco dopo la partenza dalle coste liguri.
Solo alle luci dell’alba il fratello si accorge dell’assenza di Gaia. Prima la cerca e non la trova, poi dà l’allarme e inizia l’affannosa ispezione da un capo all’altro dell’imbarcazione. Arrivati al porto di Palermo, vengono setacciati tutti i mezzi parcheggiati nei garage con l’aiuto dell’unità cinofila. Ma Gaia non si trova.
Gli inquirenti non escludono che la giovane si possa essere gettata in mare dopo una delusione sentimentale. Sul suo cellulare è stato trovato un messaggio rivolto a un ragazzo in cui annuncerebbe l’intenzione di togliersi la vita. Ma la comunicazione non è mai partita, probabilmente per l’assenza di rete in alto mare.

Le ricerche in mare – Sono partite subito le ricerche al largo della costa di Livorno, dove secondo le ricostruzioni potrebbe essersi gettata Gaia. Le operazioni sono state affidate al Comando Generale della Guardia Costiera, che da Roma coordina le ricerche nelle acque del Tirreno con il supporto di mezzi inviati dalla capitaneria di Pescara. Intanto la Direzione Marittima di Livorno rimane in attesa di potenziali messaggi di allerta e pericolo da parte di imbarcazioni che navigano su quella tratta.

Le dichiarazioni del sindaco – Il lungo viaggio dalla Lombardia al porto del capoluogo siciliano è cominciata da Acqualonga Badona, una frazione di Paderno Ponchielli, in provincia di Cremona dove la famiglia si è trasferita circa dieci anni fa, come ha ricorda il sindaco Cristiano Strinati.
«La mamma era passata proprio negli uffici per farsi rilasciare un documento», ricorda ora il primo cittadino. In quell’occasione, la madre dei due ragazzi aveva parlato della partenza imminente per andare a trovare la nonna in Sicilia.