Sale a 36 il bilancio dei morti nel condominio colpito da un missile russo sabato 14 gennaio a Dnipro, nell’Ucraina orientale. Le immagini mostrano decine di soccorritori con i cani alla ricerca delle 35 persone ancora disperse tra le macerie del palazzo distrutto. Un filmato riprende una giovane donna coperta di polvere, priva di forze, aggrappata al soccorritore che la trasporta all’esterno dei resti dell’edificio. I feriti sono oltre 70, tra cui 13 bambini.

Volodimir Zelenski (Global Look Press/Keystone Press Agency)

Ucraina – «A Dnipro continua la battaglia per ogni vita», ha scritto su Instagram il presidente ucraino Volodimir Zelensky. Ma le ricerche vanno avanti da ormai due giorni e le speranze di trovare ancora superstiti «sono minime», come dichiara il sindaco della città Boris Filatov, che intanto comunica che «la città fornirà alloggi ai residenti del grattacielo distrutto». Sono 72 gli appartamenti completamente sventrati e 230 quelli danneggiati. Nel discorso all’indomani dell’accaduto, Zelensky, parlando in russo,  aveva condannato «il silenzio codardo» dei sudditi di Putin. Dall’inizio della guerra sono 18mila le vittime civili della guerra, oltre 200mila i soldati morti di entrambi gli schieramenti, e quasi 8 milioni i rifugiati fuggiti dall’Ucraina, cui si sommano gli sfollati interni.

La reazione dal Cremlino – Dal Cremlino arriva la smentita del coinvolgimento nel bombardamento dell’edificio. Inizialmente il portavoce della difesa russa, riferendosi all’operazione, aveva dichiarato che si trattava di «un attacco perfettamente riuscito alle strutture di comando e di controllo nemiche e alle infrastrutture energetiche ucraine», senza però menzionare il condominio distrutto. Intanto il presidente russo Vladimir Putin assicura che «l’operazione in Ucraina ha assunto una dinamica positiva» e che «tutto procede secondo i piani».

Gli aiuti dall’Occidente – Mentre la Russia fa sapere che distruggerà tutti i carri armati che gli occiodentati decideranno di mandare in Ucraina, emerge più forte la necessità di sistemi d’arma capaci di neutralizzare i missili russi. Gli attacchi contro i civili spingono il presidente Zelensky a ribadire le richieste di ulteriori aiuti dall’Occidente, concentrandosi sui mezzi corazzati. Ma gli esperti militari ritengono che la resistenza ucraina manchi dell’appoggio di artiglieria, l’arma invece prediletta dai russi. Il 20 gennaio si terrà in Germania un incontro della coalizione pro Kiev per definire i nuovi aiuti. Intanto l’annuncio autonomo da parte di Londra di un futuro invio di carri armati mette sotto pressione la Germania, restia a fornire i suoi vecchi Leopard.