Zlatan Ibrahimovic (ANSA/MATTEO BAZZI)

Quarantun anni e non sentirli. Subentrando a Olivier Giroud al minuto 74 del match vinto dal suo Milan per 2 a 0 contro l’Atalanta, Zlatan Ibrahimovic ha messo a segno un altro record, diventando il giocatore più anziano a giocare in Serie A con la maglia del Milan. All’età di 41 anni e 146 giorni, il campione svedese ha superato una bandiera del club come Alessandro “Billy” Costacurta, che aveva vestito la casacca rossonera per l’ultima volta all’età di 41 anni e 25 giorni. In quella stessa partita, persa a San Siro per 2 a 3 contro l’Udinese, Costacurta segnò su calcio di rigore, divenendo quindi il giocatore più anziano a segnare nella massima serie italiana per il Milan. Un record che Ibrahimovic, già lo straniero più anziano ad aver segnato in campionato (40 anni e 98 giorni), ha messo nel mirino e che potrebbe battere già in Fiorentina-Milan di sabato 4 marzo.

«Sono ancora il più forte» – Intervistato dai microfoni di Dazn, lo svedese ha ricordato la sofferenza degli ultimi mesi. Ibrahimovic, infatti, non giocava dal 22 maggio 2022, quando scese in campo al Mapei Stadium di Reggio Emilia nella sfida vinta 3 a 0 contro il Sassuolo che diede al Milan il diciannovesimo Scudetto. «È da un anno e due mesi che non mi sento come oggi. Oggi mi sentivo libero. Nell’ultimo anno c’è stata anche la tragedia della morte di Mino Raiola (suo ex agente, ndr) e quindi ho sofferto anche mentalmente. Ma chi mi sta vicino mi ha dato la forza per continuare», ha detto, prima di aggiungere che «quando sto bene sono il più forte di tutti». Una dichiarazione in perfetto stile-Ibra, cui è seguito un messaggio all’allenatore Stefano Pioli: «Mi sento uno che può aiutare più di 15 minuti. Se non mi do questi obiettivi mi rilasso. Io non mi sento parte del passato, ma del presente. Voglio fare concorrenza ai miei colleghi. Se penso che devo giocare solo gli ultimi 5 o 10 minuti è meglio che sto a casa».

Insaziabile – A 41 anni il fuoriclasse di Malmö non è intenzionato a fermarsi. Dopo una carriera costellata di record e trofei, con 31 titoli conquistati in giro per l’Europa, Ibrahimovic è tornato per dare il suo apporto al Milan nella volata per conquistare un posto nella prossima Champions League. I rossoneri al momento sono al secondo posto, appaiati a quota 47 punti con i «cugini» dell’Inter e a -18 dal Napoli. La fame e la professionalità sono il segreto dei suoi successi e della sua longevità. Partito nel 1999 dalla squadra della sua città, Ibrahimovic si trasferisce ad appena 20 anni in Olanda, all’Ajax, dove si afferma come uno dei migliori prospetti della sua generazione. Ad Amsterdam l’incontro col suo storico agente Mino Raiola, che per sua stessa ammissione gli cambia mentalità e carriera. Di qui il trasferimento alla Juventus di Luciano Moggi e Fabio Capello, dove da giovane talentuoso ma a tratti poco concreto si trasforma in un vero bomber. La consacrazione arriva all‘Inter di Roberto Mancini, dove approda a seguito della retrocessione in Serie B della Juventus a causa dello scandalo Calciopoli. A Milano Ibrahimovic vince tre Scudetti e due Supercoppe italiane, ma non riesce ad imporsi in Champions League e, così, nell’estate 2009 vola a Barcellona alla corte di Pep Guardiola e al fianco di Lionel Messi. Il rapporto col tecnico dei catalani però è, per usare un eufemismo, poco idilliaco e resterà famosa la frase pronunciata dall’attaccante «Se compri una Ferrari non puoi guidarla come una Fiat». Dopo appena una stagione, quindi, Ibrahimovic torna a Milano, questa volta sponda Milan e vince nuovamente campionato e classifica cannonieri. Poi, i soldi qatarioti del Paris Saint-Germain e le esigenze economiche dei rossoneri lo portano a Parigi, dove in quattro anni scrive la storia del club. Nel 2016 il trasferimento al Manchester United. In Inghilterra smentisce i critici e a 35 anni dimostra di essere ancora dominante, ma il 20 aprile 2017, in una sfida di Europa League contro l’Anderlecht, il ginocchio destro va ko. Per la carriera di un calciatore, la rottura del legamento crociato a quell’età può essere fatale e per Ibrahimovic sembra iniziare la fase discendente della sua carriera. Torna in campo per qualche partita nell’autunno del 2017, ma a gennaio 2018 si trasferisce ai Los Angeles Galaxy. Negli USA lo svedese gioca 18 mesi, senza vincere trofei ma incantando con giocate da fuoriclasse. A gennaio 2020 il clamoroso ritorno al Milan, con una promessa: riportare a Milano il tricolore che mancava da quello vinto nel 2010-11 durante la sua prima esperienza in rossonero. Missione completata lo scorso maggio, con un ruolo da protagonista sia in campo che fuori, facendo da esempio e da “chioccia” per i giocatori più giovani. Una carriera lunga, per ora, 24 anni, ricca di goal memorabili tra rovesciate, colpi di tacco e tiri dalla distanza e di dichiarazioni a volte sopra le righe, da “arrogante” come è stato spesso definito, ma sempre supportate dai numeri e dalle prestazioni. Di ritiro Ibrahimovic non vuole sentire parlare e le dichiarazioni post-Atalanta sono in questo senso emblematiche. Di record da scrivere, del resto, ce ne sono ancora.

Non solo Milan – Giocando contro l’Atalanta, l’attaccante è diventato il giocatore di movimento più anziano a scendere in campo nell’era dei tre punti. Complessivamente, Ibrahimovic si trova al settimo posto della classifica all-time, dietro a sei portieri, per i quali la carriera è notoriamente più lunga: Marco Ballotta (44 anni e 38 giorni), Gianluigi Buffon (43 e 104), Francesco Antonioli (42 e 235), Gianluca Pegolo (41 e 303, attualmente in forza al Sassuolo), Alberto Fontana (41 e 297) e Roberto Colombo (41 e 234). Sono diversi i record legati al calcio italiano detenuti da Ibrahimovic. È stato il primo calciatore, e finora l’unico straniero, a vincere la classifica marcatori della Serie A con due squadre diverse: Inter (25 goal, stagione 2008-09) e Milan (28, 2011-12). Attualmente divide il primato con Luca Toni, che è stato capocannoniere con le maglie di Fiorentina (31 goal nel 2005-06) e Hellas Verona (22, 2014-15), e con Ciro Immobile, che è stato l’attaccante più prolifico del campionato col Torino (22 goal nella stagione 2013-14) e tre volte con la Lazio (2017-18, 2019-20 e 2021-22, rispettivamente con 29, 36 e 27 reti). Molti dei primati dello svedese sono legati al fattore età. Aspettando di superare il record di Costacurta, Ibrahimovic può vantarsi di essere il più anziano ad aver: segnato 10 e poi 15 goal in un campionato (2019-20 e 2020-21), segnato in un derby di Milano (il 26 gennaio 2021), realizzato una doppietta in Serie A (2021-22), fornito un assist (2022-23).