Elisoccorso – Fonte: Wikipedia

Prima c’era speranza, ora non più. È stato ritrovato il corpo senza vita della sciatrice svedese di 25 anni data per dispersa dopo essere stata travolta dalla valanga che ha sconvolto la Val Veny, sopra Courmayeur, domenica 19 marzo. Staccatasi a circa 2.300 metri e con uno sviluppo di 600 metri, la valanga ha sotterrato un gruppo di 4 sciatori free-rider scandinavi, due ragazzi e due ragazze, di età compresa tra i 21 e i 25 anni. I giovani uomini, rimasti illesi, hanno subito lanciato l’allarme dando il via alle operazioni di salvataggio. Da subito, per una delle due ragazze non c’è stato niente da fare: è stata ritrovata morta quasi immediatamente dagli amici che hanno tentato di rianimarla. La seconda, invece, è stata trascinata a valle per 400 metri per poi essere sepolta dalla neve. Data per dispersa, è stata ritrovata senza vita.

Le ricerche – Il Soccorso alpino valdostano ha subito organizzato due squadre di salvataggio via terra composte da tecnici, guardie di finanza e un medico rianimatore del 118, che sono partite a piedi. Il maltempo ad alta quota e la presenza di nuvole basse non hanno permesso l’utilizzo dell’elisoccorso. Poi, nel tardo pomeriggio, le operazioni sono state sospese a causa della scarsa visibilità. Soccorso alpino valdostano e Soccorso alpino della guardia di finanza di Entrèves hanno ripreso le ricerche questa mattina in condizioni meteo favorevoli che hanno permesso di trovare il corpo della seconda giovane vittima. Fondamentale anche l’utilizzo dell’Artva, un dispositivo di ricerca dispersi sotto valanga.

Le vittime e i fatti – La passione per lo sci fuoripista accomunava i quattro giovani svedesi che si definivano freerider. In Val Veny erano venuti a sperimentare il canale degli Spagnoli che la guida alpina Gianluca Marra, nonché responsabile della stazione di Courmayeur del Soccorso alpino valdostano, descrive come «sconsigliato». Disceso poche volte, ripido e pieno di pericoli, nel febbraio 2019 aveva già mietuto delle vittime: quattro sciatori travolti e uccisi da una valanga. Fattori determinanti che hanno provocato la valanga di domenica sono stati la pioggia e lo sbalzo termico delle ore precedenti all’incidente. Inoltre, il pericolo valanghe di quel giorno in Val Veny era alto, indice 3 su una scala di 5 punti.

Scala del pericolo valanga – Fonte: Aineva

Rischio valanga – Secondo la Scala europea del pericolo valanghe, adottata nel 1993 dopo il sesto convegno del Gruppo internazionale di lavoro e dei Servizi di previsione e prevenzione valanghe (Eaws), il livello 3 è definito “marcato” e nel sito dell’Aineva (Associazione delle regioni e province autonome dell’arco alpino italiano) con questo grado “il distacco è possibile già con un debole sovraccarico soprattutto su pendii ripidi. Possibili anche valanghe spontanee di grandi dimensioni e, in singoli casi, anche molto grandi”. Valanghe di dimensioni 3 sono tipicamente fatali per gli utenti alle piste che il più delle volte sono sportivi che praticano scii d’alpinismo e attività fuoripista. Fondamentale è anche la consistenza della neve o del manto nevoso: con neve fresca, bagnata o ventata (trasportata dal vento) il rischio di valanghe aumenta. Nel caso del canale degli Spagnoli la neve era del secondo tipo ed è stata fatale per le due ragazze.