Niente di fatto per il disegno di legge sulla concorrenza. Il consiglio dei ministri del 28 marzo ha preferito prendere tempo prima di dare il via libera a norme rischieste espressamente dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) ma che vanno a impattare su categorie elettoralmente delicate come il commercio ambulante o la discipolina dei saldi. Approvati invece il decreto bollette, il codice degli appalti e il divieto di produzione e immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici. Sulle liberalizzazioni dunque bisognerà aspettare, anche se il termine ultimo è la fine di quest’anno.

Il contenuto –  Ma cosa prevede il ddl concorrenza? Secondo l’articolo I, Finalità, il disegno di legge reca disposizioni per tutelare e promuovere la concorrenza, rimuovere gli ostacoli regolatori all’apertura dei mercati e garantire la tutela dei consumatori. Tra le norme del provvedimento ci sono le misure sui contatori elettrici intelligenti, la disciplina del commercio ambulante, il rafforzamento delle norme antitrust e l’eliminazione delle norme anticoncorrenziali sulla preparazione dei farmaci galenici (prodotti dal farmacista in un laboratorio farmaceutico).

Costi energia – Per il decreto bollette, contenente anche le misure a sostegno di famiglie e imprese contro il caro energia, sono stati stanziati complessivamente 4,9 miliardi di euro. Secondo le fonti del governo, uno dei motivi per cui il provvedimento concorrenza non è passato è «la necessità di fare approfondimenti sulla copertura economica relativa alle misure in materia energetica». La bozza del provvedimento  apre con il piano di potenziamento e pianificazione della rete elettrica nazionale, le norme del piano indicano l’obbligo di comunicare all’Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) gli interventi infrastrutturali che dovranno essere effettuati entro dieci anni e gli investimenti da realizzare in tre anni. Per la costruzione della rete è promosso l’utilizzo di contatori intelligenti, Smart meter, un’evoluzione del contatore elettrico che permette di risparmiare energia e contenere il prezzo dell’elettricità. Questo piano è spinto dalla direttiva europea del 2009 (Terzo pacchetto energia) che obbliga i paesi a promuovere l’efficienza energetica ed è considerato essenziale per il raggiungimento degli obiettivi fissati dal PNRR.

Gare per ambulanti-  Sempre per adeguarsi agli obblighi europei, secondo cui le concessioni non possono durare più di 10 anni, e per evitare una procedura d’infrazione, il Ddl concorrenza stabilisce l’assegnazione tramite gara con clausole sociali a tutela delle piccole imprese.Una novità che rimarrà sospesa e che sarà soggetta ulteriormente al tanto discusso dibattuto sugli ambulanti. Inoltre, verrà fissato un numero massimo di concessioni per singolo operatore all’interno della stessa area di mercato. Nei Comuni che non hanno ancora avviato i procedimenti potrà esserci una proroga delle concessioni fino al 31 dicembre 2024.

No ai saldi liberi-  La rivolta di esercenti e associazioni di settore ha messo un freno alle novità sui saldi da parte del Governo, che, dopo la forte opposizione, ha stralciato dalla bozza il relativo provvedimento. la nuova norma avrebbe stabilito la sottrazione alle Regioni della disciplina dei periodi e della durata dei saldi e la liberalizzazione delle vendite promozionali. Attualmente l’inizio e la durata dei saldi varia a seconda delle Regioni e le vendite promozionali sono vietate a ridosso dei periodi di saldo. Il rischio che comporterebbe l’approvazione di questo provvedimento sarebbe la sovrapposizione di queste due forme di vendita. Confesercenti, una delle associazione di categoria che rappresentano le imprese italiane del commercio, ha dichiarato: «il ministero per le Imprese e il Made in Italy ha assicurato che nel Ddl non ci sarà la norma sulla deregulation totale dei saldi, sarà prima necessario favorire un confronto con le associazioni di categoria e le Regioni».