Sono attesi per lunedì 28 ottobre i risultati dell’autopsia di Aurora, tredicenne piacentina precipitata dal settimo piano di un palazzo nella mattinata di venerdì 25 ottobre. Potrebbero chiarire quello su cui madre e sorella non hanno dubbi: se si tratti di omicidio o gesto volontario. A essere con lei quella mattina e ad avvertire i soccorsi è stato M.S., 15 anni, con il quale la ragazza aveva una relazione sentimentale. Il giovane, interrogato, ha dichiarato che Aurora si sarebbe gettata da sola dal palazzo: una pista che viene però messa in discussione dalle affermazioni della famiglia della ragazza e dalle chat tra i due.
Cosa dice la famiglia – «Era ossessionato da lei», così ha affermato Viktoria, la sorella di Aurora. La legale della famiglia ha infatti fatto sapere che la 13enne, pochi giorni prima di morire, si era rivolta ai servizi sociali per denunciare i comportamenti ossessivi del giovane. M.S. si presentava in casa della ragazza senza avvisare, le sequestrava il telefono e la famiglia ha riportato anche episodi di violenze fisiche e atteggiamenti aggressivi. «L’ha buttata giù lui, non era pazza, né depressa», ha scritto Viktoria sui social network, affermando di avere dei messaggi in cui Aurora le diceva di essere spaventata dal ragazzo. Secondo quanto hanno riferito la sorella e la madre della ragazza, si tratterebbe quindi dell’ennesimo femminicidio.
Indagini in corso – Il ragazzo è attualmente indagato per omicidio volontario e ha ricevuto un avviso di garanzia. È questa dunque la pista principale che si sta seguendo. L’ipotesi è che quella mattina, in cui Aurora era rimasta a casa perché stava male, il giovane si sia presentato alla sua porta. Con un pretesto l’avrebbe poi portata nella terrazza condominiale al settimo piano e lì l’avrebbe aggredita e gettata nel vuoto. Tuttavia, il ragazzo quando è stato interrogato dal Nucleo investigativo di Piacenza ha parlato di gesto volontario da parte di Aurora e si è rifiutato di rilasciare ulteriori dichiarazioni. Secondo la sua famiglia, si trova in stato di shock. I risultati dell’autopsia potrebbero fornire dettagli importanti per l’evoluzione delle indagini, evidenziando possibili segni di aggressione. Altre informazioni potrebbero emergere dalle audizioni dei compagni di classe e degli amici dei due ragazzi.