Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, leader di Spd, ha ricevuto la richiesta da parte dei capigruppo delle opposizioni – Friedrich Merz di Cdu e Alexander Dobrindt di Csu – di sciogliere il Parlamento e di affrontare il voto di fiducia al più tardi entro la metà di novembre, cioè nel giro di un settimana. La decisione dei gruppi parlamentari avviene all’indomani del licenziamento del ministro delle Finanze Christian Lindner del governo di Scholz. Lindner è anche leader di Fdp (liberaldemocratici), parte fondamentale della coalizione tripartitica in carica dal dicembre 2021.
La crisi economica – Da mesi Olaf Scholz è al centro delle critiche in Germania per la gestione della crisi economica che il paese sta attraversando dalla fine del 2022. In particolare si contestano le risposte tardive offerte per risolvere la situazione della Volkswagen, azienda automobilistica tra le più importanti al mondo e in difficoltà ormai da due anni. I problemi di Scholz si sono acuiti ancor di più dallo scorso giugno, quando alle elezioni europee il partito di estrema destra Afd ha ottenuto larghi consensi a fronte di una forte diminuzione della popolarità dei partiti al governo. Lo stesso calo dei consensi si è riscontrato nelle elezioni statali in Turingia, Sassonia e Brandeburgo dello scorso settembre, dove l’Spd ha ottenuto la maggioranza solamente nello stato governato da Dietmar Woidke, socialdemocratico in aperta contestazione con il cancelliere.
Mozione di fiducia – Il licenziamento di Lindner da ministro delle Finanze, avvenuto per divergenze sulla manovra di bilancio, ha radicalizzato la latente crisi del governo in carica, inasprendo la posizione di Scholz e portando i partiti di opposizione a chiedere elezioni anticipate che il leader di Spd aveva in realtà già programmato per il 15 gennaio 2025. L’intenzione di Scholz era di compiere manovre economiche entro la fine dell’anno, per poi presentarsi alla mozione di fiducia forte di nuove iniziative. L’allontanamento di Lindner ha reso questo piano molto complicato, obbligando Scholz a cercare nuovi alleati temporanei. L’opzione presa in considerazione era proprio il Cdu, il cui capogruppo Merz è però tra coloro che hanno chiesto la mozione di fiducia. La data delle elezioni sarà quindi oggetto dell’incontro previsto per l’ora di pranzo di oggi, 7 novembre, tra i due leader. Scholz insiste sulla data del 15 gennaio, per poi procedere con le elezioni federali a marzo, anticipandole rispetto al termine previsto (fine 2025).Secondo Merz i tempi dovrebbero essere molto più stretti (entro la metà di novembre).
Dichiarazioni di crisi – A margine della crisi tedesca, che interessa di riflesso anche l’Unione europea, è intervenuta anche Ursula Von Der Leyen, presidente della Commissione Ue, che ha sostenuto come per la stabilità del continente sia fondamentale la stabilità di Berlino. Una Germania in difficoltà equivarrebbe a un’Europa più debole soprattutto dal punto di vista economico, visto che l’economia tedesca – al netto della crisi attualmente in corso – vale circa il 30 per cento del prodotto interno lordo dell’Unione: «È importante mantenere la rotta che abbiamo intrapreso da molti anni ormai, ed è una rotta di successo. Stando insieme, superando le sfide e, cosa piu’ importante, prendendo il destino nelle nostre mani». Nel pieno della crisi, anche il presidente tedesco Frank Walter Steinmeier ha fatto un appello alla responsabilità del governo di fronte alle difficoltà di queste ultime ore: «La nostra democrazia è forte, ma ora è il momento della ragione e della responsabilità. Non è il momento delle tattiche e delle scaramucce».