L’11 novembre si apre la 29esima conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico. La COP29 si svolgerà fino al 22 novembre a Baku, la capitale dell’Azerbaigian, e si dedicherà alla questione climatica con un focus diretto sul “Nuovo obiettivo finanziario per il clima” (NCQG, dall’acronimo inglese). A presiedere ci sarà il ministro dell’Ambiente e delle Risorse naturali dell’Azerbaigian, Mukhtar Babayev.
Cosa vuol dire NCQC – A questa COP si punta tutto sulla questione degli aiuti economici con cui i Paesi più ricchi, e quelli considerati maggiormente responsabili per le emissioni di gas serra, dovranno garantire aiuto a quelli in via di sviluppo. L’obiettivo andrebbe di pari passo con quello generale di ridurre le emissioni del 65% entro il 2030. «Il finanziamento degli aiuti climatici, da parte dei Paesi ricchi, non è beneficenza ed è nell’interesse di tutti», ha ricordato il capo della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici Simon Stiell nel suo discorso di apertura, sottolineando che si tratta piuttosto di «un nuovo ambizioso obiettivo».
Gli Usa – Eppure, l’importanza dell’incontro sul clima, quest’anno non sembra essere stata davvero recepita, visti i numerosi posti vacanti al summit. A Baku non arriverà Joe Biden, ancora per poco presidente degli Stati Uniti. L’ombra di Trump, invece, è più presente che mai. Già nel 2016, infatti, durante la campagna elettorale contro Hillary Clinton, il tycoon promise di far uscire gli Usa dall’Accordo di Parigi, raggiunto nel novembre 2015, alla COP21. Trump ci riuscì quattro anni dopo, poco prima di lasciare la Casa Bianca: fu poi Biden a ripristinare il trattato. Secondo il Wall Street Journal, ora che è stato rieletto, Trump intenderebbe far uscire nuovamente gli Usa dall’accordo, firmando un ordine esecutivo proprio nel suo primo giorno in carica.
Chi altro manca – Assente la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, impegnata nella fase di transizione dell’esecutivo Ue. Non ci sarà neanche il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, colpito dalla crisi di governo né il presidente francese Emmanuel Macron. Assente anche il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, nonostante il prossimo anno sarà lui ad ospitare la COP30 a Belem. A dare forfait anche il presidente dell’Iran Masoud Pezeshkian, a causa della presenza della delegazione israeliana, e il primo ministro olandese, Dick Schoof, che è alle prese con le conseguenze dell’aggressione ai danni di tifosi israeliani. Saranno presenti invece il premier spagnolo Pedro Sanchez e quello britannico Keir Starmer, così come la presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni, attesa a Baku il 13 novembre.